Il rilancio del settore spirits: le aziende italiane fatturano 4,7 miliardi nel 2024

Analisi del mercato spirits italiano: fatturati, crescite e sfide delle principali aziende. Export in crescita, mercato interno in difficoltà.

26 Sett 2025 - 11:07
Il rilancio del settore spirits: le aziende italiane fatturano 4,7 miliardi nel 2024

INDAGINI E RICERCHE - L'export italiano di spirits tocca quota 1,8 miliardi di euro nel 2024, quasi triplicando il valore dell'ultimo decennio secondo i dati Nomisma. Una performance straordinaria che compensa il calo del mercato interno, sceso a 127 milioni di litri con una contrazione dell'8,5% rispetto al 2019.

Il successo internazionale del Made in Italy alcolico si riflette nei conti delle principali aziende nazionali del settore. L'ufficio studi Pambianco ha analizzato i risultati 2024 delle dieci realtà più significative, escludendo le filiali di gruppi esteri, registrando un fatturato complessivo di 4,7 miliardi di euro con una crescita del 5,7%.

Un risultato che arriva in un anno complesso per il mercato globale degli spirits. Il report Vinetur evidenzia come il 2024 abbia confermato il trend di transizione post-Covid, con volumi mondiali in lieve contrazione e sotto i livelli pre-pandemici. La crescita di valore è rimasta contenuta, alimentata più dall'inflazione che da un reale incremento della domanda.

I consumatori hanno mostrato maggiore attenzione al rapporto qualità-prezzo, rallentando il processo di premiumization che aveva caratterizzato gli anni precedenti. Tra le categorie più richieste emergono tequila e mezcal, confermando il trend verso spirits di origine agave.

In questo scenario, le aziende italiane con portafogli diversificati e presenza internazionale hanno dimostrato maggiore resilienza. La volatilità macroeconomica e geopolitica ha infatti influenzato sia i consumi che la distribuzione, premiando chi ha saputo diversificare geograficamente e per tipologia di prodotto.

L'analisi per fatturato 2024 vede al vertice Campari Group con 3,07 miliardi di euro (+5,2%), che da sola rappresenta circa due terzi del totale dei primi dieci operatori. Il gigante milanese ha beneficiato della crescita nelle Americhe (+8%, 45% del totale vendite) e nell'area Emea (+4%, 48% del totale), compensando il calo dell'Asia-Pacifico (-6%, 7% del totale).

Particolarmente dinamica la categoria aperitivi, che rappresenta il 43% delle vendite Campari con una crescita del 6%, insieme agli spirits a base di agave (10% delle vendite, +10%).

Il secondo posto spetta a Branca International con 439 milioni di euro, che segna la crescita più significativa (+23,5%) dopo aver superato le difficoltà del 2023 legate al mercato argentino. Il gruppo, proprietario tra gli altri di Fernet-Branca, aveva infatti accusato una flessione del 16% l'anno precedente a causa dell'impatto del tasso di conversione iper-inflattivo dei pesos argentini.

Sul podio anche Illva Saronno Holding con 360 milioni di euro (+2,5%), che gestisce brand iconici come Disaronno e Artic, oltre ai marchi vinicoli Corvo, Florio e Duca di Salaparuta. L'azienda ha beneficiato della strategia diversificata tra esposizione estera e portafoglio multi-categoria.

La top ten si completa con Montenegro (325 milioni, +2%), Dilmoor (160 milioni, +6,1%), Caffo 1915 (100 milioni stimati, +3,1%), Distillerie Umberto Bonollo (77 milioni, -4%), Molinari (71 milioni, +4,1%), Polini Produzioni (63 milioni, -1,8%) e Casoni Fabbricazioni Liquori (58 milioni, -5,5%).

I risultati evidenziano come il settore spirits italiano abbia saputo navigare un anno di transizione, con le realtà più strutturate e internazionalizzate che hanno registrato le performance migliori, confermando l'appeal globale del Made in Italy alcolico.

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