Qui! Group ad un passo dal fallimento: i pubblici esercizi vanno tutelati
La questione Qui Group subisce una nuova evoluzione, nel tentativo di dare continuità all'azienda e congelare la situazione dei suoi oltre 300 dipendenti presenti in tutta Italia, di cui 200 impiegati nello stabilimento di Genova.
L'azienda ha infatti richiesto l'Amministrazione controllata, appellandosi alla cosiddetta legge "Prodi bis", ovvero una procedura concorsuale per imprese insolventi con almeno 200 dipendenti. La procura di Genova ha chiesto il fallimento e la situazione non è certo rosea, né farebbe ben sperare.
La Qui Group, azienda leader nel settore e che detiene il 20% del mercato italiano dei buoni pasto per un giro d'affari di circa mezzo miliardo di euro, non ha restituito 32 milioni di euro ai pubblici esercizi che, in tutta risposta, hanno smesso di accettare i buoni dell'azienda. A rimetterci sono tutti, in una spirale di danni economici e d'immagine: i lavoratori non possono usare i propri buoni pasto, i dipendenti dell'azienda e dei pubblici esercizi lesi rischiano il licenziamento.
"Ammanchi di importo anche superiore ai 100mila euro, in cinque regioni centinaia di pubblici esercizi rischiano di chiudere e mandare a casa i dipendenti. Si apra un tavolo con Qui!Group per risolvere la crisi e studiare nuove regole", affermava il 4 agosto Fiepet, comunicando la risoluzione del contratto dell'azienda con Consip per fornire Qui! Ticket ai dipendenti della Pubblica Amminsitrazione in Val d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia e Lazio. La Consip aveva reso noto che i dipendenti pubblici dal 6 agosto avrebbero ricevuto buoni pasto dalla società Sodexo Motivation Solutions Italia S.r.l., successiva alla Qui!Group nella graduatoria di assegnazione, mentre Fipe sconsigliava caldamente ai propri associati di accettare buoni Qui!Group, incoraggiandoli a richiedere i rimborsi non ancora avvenuti e rivolgersi allo sportello "SOS Buoni Pasto" con un servizio di assistenza legale.
Tutto era iniziato dopo le numerose segnalazioni trasmesse a Consip dalle amministrazioni utilizzatrici, a partire dallo scorso gennaio, a causa principalmente della mancata spendibilità dei buoni emessi da Qui!Group, il velo è stato scoperto e la situazione si è mostrata ben peggiore di quanto si potesse immaginare.
Con il passare del tempo, sempre più segnalazioni sono giunte in procura, generando i 32 milioni di euro che la società dovrà, in qualche modo, restituire.
Ma i problemi dell'azienda non finiscono qui, perché la Procura sta indagando sull'ipotesi di falso in bilancio, bancarotta fraudolenta, truffa allo Stato e frode in pubblica fornitura. Se la società abbia nascosto i propri problemi per concludere l'accordo con Consip lo scoprirà la Procura di Genova, ma ciò che preme, più di tutto, è la rapida risoluzione di una situazione che "pesa sui bilanci degli esercenti: molti rischiano di chiudere e mandare a casa i lavoratori".
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