GreenPlasma salva i mari trasformando la plastica in energia
GreenPlasma è un innovativo dispositivo che permette di produrre energia pulita dal recupero dei rifiuti plastici dispersi in mare
Da rifiuto a risorsa: una vera rivoluzione potrebbe prendere vita grazie a GreenPlasma, un dispositivo capace di produrre energia dai rifiuti raccolti in mare; sfruttando la conversione termochimica, le alte temperature raggiunta da GreenPlasma possono permettere di trasformare in gas qualsiasi composto organico separandolo dalla matrice inorganica. La plastica raccolta in mare, quindi, potrebbe essere trasformata in un syngas ricco di idrogeno e facilmente convertibile in energia elettrica.
L’intero trattamento avviene in assenza di ossigeno, senza combustione, quindi i rifiuti non bruciano e non producono ceneri né emissioni nocive.
L’impianto può trattare 1000 kg al giorno di plastica raccolta in mare ed è molto compatto, questo consente di essere facilmente collocabile e all’occorrenza montato a bordo di piccole imbarcazioni e di essere impiegato per la pulizia delle aree portuali.
Questo progetto – frutto della collaborazione tra l'Università Politecnica delle Marche, la onlus Marevivo e Iris srl (azienda ideatrice dello strumento) – è stato sotto i riflettori della fiera Ecomondo svoltasi a Rimini lo scorso ottobre. Qui è stato inoltre presentato uno studio che conferma l’efficacia di GreenPlasma: con 1 kilo di plastica si può producce 1kWh di energia, quantità sufficiente a illuminare una stanza per un intero giorno.
Lo studio – che è stato realizzato nell’ambito progetto “Insieme per il Mar Mediterraneo” con cui sono stati recuperati e rigenerato 12000 kili di rifiuti in plastica dal mare– ha anche analizzato la resa energetica specifica per le diverse plastiche raccolte in mare introducendo un nuovo indicatore per i modelli di sostenibilità delle azioni di recupero ambientale, ma soprattutto ha dimostrato che la tecnologia del GreenPlasma è molto promettente: basti pensare che con 150 kg di rifiuti di plastica si possono ricavare 130 kWh che equivalgono a circa 600 ricariche di un monopattino (15.000 km).
“Questo progetto è un esempio concreto dei risultati che si possono ottenere dalla sinergia tra ricerca, innovazione, mondo produttivo e cittadini – riferisce Francesco Regoli Direttore del Dipartimento delle Scienze della Vita e dell’Ambiente Università Politecnica delle Marche – La rimozione di oltre 10 tonnellate di plastiche dal mare è un’azione concreta per la difesa degli ecosistemi e degli organismi che oltre al danno fisico subiscono anche l’esposizione a pericolosi contaminanti chimici. La plastica continua a rappresentare una minaccia concreta per la biodiversità dei nostri mari.”
“Con questo progetto Marevivo ha sperimentato un modo sostenibile e molto innovativo di trasformare i rifiuti plastici recuperati dal mare che non avrebbero avuto altro utilizzo” – spiega Raffaella Giugni, Responsabile Relazioni Istituzionali di Marevivo. “Lo studio effettuato sui rifiuti raccolti in mare ha, inoltre, evidenziato ancora una volta che le plastiche veicolano contaminanti che le rendono ancora più pericolose per la vita del mare. Il polistirolo delle cassette da pesca è risultato essere il materiale più presente ed il polimero in grado di assorbire la maggiore quantità di contaminanti.”
“La priorità rimane la prevenzione e ridurre alla fonte la quantità di rifiuti prodotti, per questo abbiamo puntato su una soluzione di piccola scala, molto efficiente, per gestire con flessibilità la transizione verso l’economia circolare ed offrire una soluzione adatta anche alle aree più distanti dall’attuale infrastruttura di raccolta e trattamento, quali, ad esempio, piccoli porti turistici o le aree marine protette” – commenta Manuel Lai, Amministratore Delegato di IRIS.
Un progetto innovativo nell’ottica dell’economia circolare che dà la misura di quante possibilità l'innovazione ci offre per salvaguardare il nostro pianeta, possibilità che si combinano con l'attenzione sempre maggiore che tutti dobbiamo rivolgere all'ambiente.
Photo Credit: Iris Srl
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