Rallenta la produzione mondiale di zucchero
Secondo l'ultimo rapporto USDA (il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti) pubblicato nel World market and trade report di novembre, dopo il massimo storico toccato la scorsa campagna, la produzione di zucchero vive ora una fase di rallentamento.
Si stimano 186 milioni di tonnellate scarse di prodotto, ovvero il 4,5% in meno rispetto all'anno precedente; in più, per la prima volta dopo sedici anni, l'India supera il Brasile come produttore; al paese sudamericano si imputa buona parte della flessione mondiale dei dati di produzione.
Il risultato è riconducibile a un calo delle rese produttive della canna da zucchero e a un maggiore impiego di materia prima per la produzione di etanolo dolcificante con bassi prezzi internazionali.
Per il Brasile ne faranno le spese soprattutto le esportazioni che crolleranno dal 45% al 34% stimato con una perdita secca di 11 punti. L'India, con 35,9 milioni di tonnellate, corrispondenti a un 5% abbondante di crescita anno su anno, balza in testa alla classifica mondiale, grazie ad un aumento degli investimenti che ha caratterizzato questo storico sorpasso.
Quarto player globale è la Thailandia con 13,8 milioni di tonnellate e una flessone di oltre 6 punti percentuali. La Cina continua a Crescere con 10,8 milioni (+5% rispetto alla scorsa annata), meno dipendente dall'estero ma ancora secondo maggiore importatore, dietro l'Indonesia, con 4 milioni di tonnellate.
I prezzi dello zucchero sono in aumento dell'11% ma su base annua mantengono un divario negativo del 14%. L'outlook è adesso meno negativo, osserva l'International sugar organization, che per l'annata 2018/19 stima un surplus mondiale (divario tra produzione e consumi) di 2,17 milioni di tonnellate, in netta flessione rispetto ai 7,3 milioni della scorsa campagna.
In calo anche la produzione dello zucchero grezzo in Unione Europea. Secondo il rapporto del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, la produzione si attesterà a 19,5 milioni di tonnellate, in calo del 6,6%.
Stessa dinamica per l'export, che dovrebbe ridursi a 3 milioni di tonnellate (-17% circa), mentre il quadro non dovrebbe mutare sul versante dei consumi, con la conferma di un quantitativo di 18,8 milioni di tonnellate (il secondo più alto a livello mondiale dopo quello indiano).
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