Alla scoperta del Bloody Mary: storia, curiosità, abbinamenti
Era bevuto come rimedio per l’hangover. Oggi il Bloody Mary è tra i cocktail più amati al mondo. Scopriamo chi lo ha inventato e gli abbinamenti perfetti
BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL - Il Bloody Mary è il cocktail IBA più saporito al mondo: speziato, piccante e umami. È è nella lista della International Bartenders Association dalla prima codifica del 1961, ma, come quasi sempre accade con i grandi classici, sulla sua origine ci sono opinioni diverse.
La storia
Già nel 1914 il succo di pomodoro era presente nei menù francesi ed era già sulle tavole quando il barman Fernand “Pete” Petiot, nel 1920, trovò lavoro al New York Bar di Parigi, tre anni prima che diventasse di Harry McElhone. In quello stesso anno arrivò anche la vodka. Petiot, dopo averla scoperta, la mescolò con il succo di pomodoro e servì il drink al New York Bar di Parigi. Nel 1925, due anni dopo che McElhone acquistò il locale, Petiot pare si trasferì in pieno Proibizionismo negli Stati Uniti (alcuni ritengono andò al Savoy di Londra). Di certo quando nel 1934 le campane dell’abrogazione iniziarono a suonare, si trasferì a New York, dove divenne head bartender del bar King Cole del St. Regis Hotel e mise in carta la sua creazione, probabilmente già con la salsa Worcestershire. che molti sostengono fu aggiunta alla miscela tra il 1920 e il 1934. Tuttavia il cocktail, proposto con i pomodori americani meno dolci di quelli francesi, non piacque ai clienti. Così Petiot lo modificò e aggiunse il resto: sale, salsa tabasco, limone, pepe nero e cayenna. Il drink in questa nuova versione piacque tanto da diventare il simbolo del prestigioso albergo newyorkese.
C’è però un altro protagonista nella storia del Bloody Mary: l’attore George Jessel che sostenne di averlo inventato nel 1927, miscelando vodka e succo di pomodoro in un bar di Palm Beach, in Florida. Secondo il suo racconto, dopo un’intera notte passata a bere champagne, alle 8 del mattino si ricordò di avere un appuntamento alle 9.30 e per riprendersi, con l’aiuto del barman del locale, avrebbe creato il Bloody Mary. Petiot, in un’intervista di qualche anno dopo, tagliò corto: “Sono stato io a fare del Bloody Mary ciò che è oggi. George Jessel disse di averlo creato, ma non era altro che vodka e succo di pomodoro quando lo presi in mano io”.
Il nome
Non è chiaro come sia nato il nome Bloody Mary. Secondo alcuni, sarebbe un riferimento alla Regina d’Inghilterra Maria Tudor I, detta Maria la Sanguinaria (in inglese Bloody Mary, appunto) per la crudele repressione che costò la vita a quasi 300 protestanti che si opponevano al suo matrimonio con Filippo II di Spagna. Petiot raccontò invece che il nome gli fu suggerito dai primi due clienti che provarono il cocktail, provenienti da Chicago, i quali gli dissero che il cocktail ricordava loro una cameriera di nome Mary, che lavorava in un bar chiamato Bucket of Blood, nella loro città, e che tutti chiamavano proprio Bloody Mary. Se poi diamo credito alla versione di Jessel, il nome sarebbe nato nel momento in cui, mentre l’attore sorseggiava per la prima volta la miscela nel bar di Palm Beach, sarebbe comparsa l’amica Mary Brown Warburton, anch’essa reduce da una notte “alcolica”: l’attore le avrebbe fatto assaggiare il drink e la donna, dopo essersi macchiata di rosso l’abito da sera bianco, avrebbe esclamato: “Ora puoi chiamarmi Bloody Mary!”.
La ricetta ufficiale Iba
Tecnica: Stir and Strain (ma viene benissimo anche in throwing)
Bicchiere: Tumbler alto
Ingredienti:
45 ml vodka
90 ml succo di pomodoro
15 ml succo di limone
2 gocce salsa Worcestershire
Tabasco, sale di sedano, pepe (a piacere)
Garnish: gambo di sedano e/o fettina di limone
Preparazione: mescolare gli ingredienti analcolici in un mixing glass, amalgamandoli bene, quindi aggiungere vodka e ghiaccio e mescolare di nuovo prima di servire, filtrando nel bicchiere con o senza ghiaccio.
Le varianti
Abbiamo già detto del Red Snapper, variante del Bloody Mary col gin al posto della vodka. Non è certo l'unico. Per dirne una, tutti i bar degli hotel St. Regis – l'albergo dove nacque la ricetta odierna oggi è una catena di lusso diffusa in diversi paesi del mondo – hanno in carta una rivisitazione del drink proposto da Petiot negli anni ’30. Un esempio? Il raffinato Santa Maria del St. Regis di Venezia, a base di vodka infusa al rafano, acqua di pomodoro chiarificato, verjus, spice tinture, soluzione salina e una spruzzata di grappa.
Il Bloody Mary al cinema e in musica
Il Bloody Mary fu protagonista di una celebre citazione nel film “Fletch – Un colpo da prima pagina”, commedia del 1985 diretta da Michael Ritchie e tratta da un romanzo del 1974 di Gregory Mcdonald. Il protagonista, il giornalista Irwin Fletcher detto Fletch (interpretato da Chevy Chase), ordina il cocktail nel ristorante di un tennis club dove, in incognito, è alla ricerca di informazioni: “I’ll have a Bloody Mary, a steak sandwich and a… steak sandwich” (“Prendo un Bloody Mary, un panino con bistecca e un… panino con bistecca“). Una frase divenuta cult negli Usa, dove tutt’oggi è stampata su felpe e magliette in vendita nei negozi di gadget e online. Anche se poi, in tutto il film, il cocktail non compare nemmeno per un secondo.
Nel 2022, poi, “Bloody Mary” è stato anche il titolo di una canzone di Lady Gaga inserita nell’album “Born This Way”, diventata famosa l’anno successivo grazie a un video virale su TikTok dove era montata in versione accelerata su una scena della serie di Netflix “Mercoledì”. Lo riportiamo a titolo di cronaca anche se in realtà l’omonimo cocktail non c’entra nulla: il brano è infatti ispirato alla figura di Maria Maddalena e anche a… una Rolls-Royce Corniche di proprietà della stessa artista, che le aveva affibbiato proprio il nomignolo Bloody Mary per la sua sgargiante livrea rossa.
Bloody Mary di Yuri Gelmini, Foto di Nicole Cavazzuti
Horecanews.it informa ogni giorno i propri lettori su notizie, indagini e ricerche legate alla ristorazione, piatti tipici, ingredienti, ricette, consigli e iniziative degli chef e barman, eventi Horeca e Foodservice, con il coinvolgimento e la collaborazione delle aziende e dei protagonisti che fanno parte dei settori pasticceria, gelateria, pizzeria, caffè, ospitalità, food e beverage, mixology e cocktail, food delivery, offerte di lavoro, marketing, premi e riconoscimenti, distribuzione Horeca, Catering, retail e tanto altro!
Puoi ascoltare le nostre notizie in formato audio anche su: Spreaker, Spotify, Apple Podcast, Google Podcast, Deezer, Castbox.