Anteprima VitignoItalia: a Napoli la giornata che apre le celebrazioni dei vent’anni. Intervista a Maurizio Teti
Anteprima VitignoItalia torna a Napoli il 24 novembre 2025: oltre 100 cantine, degustazioni. Intervista esclusiva al direttore Maurizio Teti nel ventennale
EVENTI - Napoli si prepara a riaccendere i riflettori sul vino italiano con l’Anteprima VitignoItalia, l’appuntamento che ogni anno anticipa il grande salone previsto a maggio alla Stazione Marittima.
Lunedì 24 novembre 2025, gli spazi dell’Hotel Excelsior accoglieranno oltre cento aziende provenienti da tutta Italia, riunite sullo sfondo del Golfo per presentare più di cinquecento etichette tra bianchi, rossi, rosati e bollicine. Una giornata pensata per far incontrare produttori, appassionati, buyer, sommelier e giornalisti, con la consueta doppia fascia oraria che nel tempo è diventata cifra distintiva della manifestazione.
Il via sarà affidato alla degustazione riservata alla stampa e ai professionisti, ospitata al Grand Hotel Santa Lucia e dedicata quest’anno a una selezione di etichette campane dell’annata 2005: un viaggio nel tempo che ripercorre l’evoluzione del vino regionale a distanza di vent’anni.
Accanto alla dimensione nazionale, anche quest’anno l’Anteprima conferma la sua apertura internazionale grazie alla collaborazione con ICE, che porterà a Napoli giornalisti da Francia, Germania, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Il giorno successivo saranno protagonisti di un educational tour nei Campi Flegrei, scelti come territorio-simbolo per raccontare la forza identitaria della viticoltura campana.
Un’Anteprima speciale, perché inaugura ufficialmente le celebrazioni dei vent’anni di VitignoItalia: un traguardo che parla di visione, costanza e capacità organizzativa, ma anche del rapporto profondo che l’evento ha saputo costruire con la città. Ne abbiamo parlato con Maurizio Teti, direttore e anima di Vitigno Italia fin dalla prima edizione.

L’intervista
Questa Anteprima apre le celebrazioni dei 20 anni di VitignoItalia: qual è l’emozione più forte che prova nel dare il via a un’edizione così simbolica?
L’emozione è grande, inutile negarlo. Vedere un progetto arrivare a vent’anni - e le radici risalgono addirittura al ’94 - significa ripercorrere un pezzo della mia vita. Tenere in piedi un evento così importante in una città complessa come Napoli non è scontato: servono coraggio, visione e determinazione. Questa edizione mi fa sentire che VitignoItalia ha radici vere e un terreno fertile che oggi lo sostiene. È un patrimonio costruito tra speranze, difficoltà e grandi soddisfazioni.
Guardando indietro a questi vent’anni, qual è l’immagine o il cambiamento che più rappresenta la crescita della manifestazione?
Il cambiamento più forte è la credibilità. Oggi VitignoItalia è riconosciuto ovunque, anche all’estero. Ricordo benissimo gli inizi, parlare di un grande evento nazionale sul vino a Napoli sembrava un azzardo. Durante la crisi dei rifiuti ricevevamo telefonate surreali dalle aziende del Nord per capire se si sarebbe fatto davvero. Oggi invece c’è un passaparola enorme, ICE ci affianca da quindici anni e produttori e giornalisti vogliono esserci. La crescita è lì, sotto gli occhi di tutti.
La degustazione dei vini campani 2005 racconta un pezzo di storia del territorio: cosa ci dice oggi quell’annata?
La 2005 è un’annata complessa, non uniforme, diversa zona per zona. Ma proprio questo la rende interessante, è perfetta per capire l’evoluzione del vino campano. Mi fido delle aziende coinvolte, hanno le spalle larghe per raccontare nel bicchiere vent’anni di cambiamenti. E poi oggi il mercato premia le identità forti e la capacità di evolvere nel tempo. La Campania, da questo punto di vista, ha fatto un salto enorme.
Perché avete scelto i Campi Flegrei come tappa dell’educational tour per la stampa estera?
Ogni anno accompagniamo la stampa in un territorio diverso e quest’anno i Campi Flegrei erano quasi una scelta naturale. È un luogo che conosco bene fin da ragazzo: unico, affascinante, con aziende molto valide e un’identità fortissima.
Il giornalista internazionale vuole capire cosa c’è dietro un vino, non solo degustarlo. Nei Campi Flegrei il paesaggio, i vitigni autoctoni e la storia vulcanica creano un racconto immediato.
L’anno scorso era un esperimento, temevamo fosse un rischio, invece è stato un successo e quest’anno lo riproponiamo con convinzione.
Cosa c’è nel “dietro le quinte” dell’organizzazione che il pubblico non immagina?
Il pubblico non immagina la complessità. Coordinare aziende da ogni regione, buyer, stampa, logistica, sale, degustazioni, è un lavoro continuo, che dura tutto l’anno.
E poi c’è Napoli, meravigliosa, ma imprevedibile. Bisogna sempre essere pronti a gestire mille variabili. In più non seguiamo solo VitignoItalia, durante l’anno lavoriamo su diversi progetti, eventi e collaborazioni. Dietro l’evento c’è un team che opera senza sosta.
Quanto conta Napoli, non solo come sede, ma come atmosfera che dà carattere all’evento?
Napoli oggi è una città attrattiva, vivace, piena di energia. Sempre più realtà scelgono di organizzare eventi qui, cosa impensabile vent’anni fa. Quando abbiamo iniziato, organizzare un grande evento del vino al Sud era un atto di visione, quasi di incoscienza. Oggi Napoli amplifica tutto, colori, emozioni, relazioni, è parte integrante dell’identità di Vitigno Italia, chi viene qui vive un’esperienza, non una semplice degustazione.

Che tipo di pubblico è cresciuto di più negli ultimi anni e come sta cambiando l’approccio al vino?
Negli anni ho visto generazioni intere crescere con VitignoItalia. Il pubblico napoletano è preparato, attento, curioso: lo dicono anche i giornalisti che arrivano da fuori.
Negli ultimi anni è arrivato un pubblico più giovane, che vuole capire senza sentirsi intimidito.
Il mondo del vino deve imparare a non creare distanza, oggi si beve meno ma si beve meglio, con più consapevolezza. Il nostro compito è accogliere tutti, non far sentire nessuno fuori luogo.
Se dovesse scegliere un vino simbolo di questi vent’anni, quale sarebbe e perché?
Penso a un vino che per me ha significato molto: Giorgio Primo di La Massa, di Gianpaolo Motta, un amico prima ancora che un grande produttore. Non è una questione di gusto, ma di percorso personale. Frequentare la sua casa a Panzano, vivere la vigna, respirare quel mondo, è lì che mi sono innamorato del vino, da quel momento è iniziato tutto.
Dove sta andando, secondo lei, il vino italiano oggi?
L’Italia manterrà un ruolo di primo piano nel mondo del vino, sia in valore sia in export, ma la direzione è chiara, meno quantità, più qualità. Si beve meno ma si beve meglio. E questo orienterà tutta la filiera. Dovremo guardare con attenzione ai mercati esteri, capire cosa sta succedendo negli Stati Uniti (i dati veri li avremo a febbraio) e continuare a lavorare sulla nostra reputazione, che è fortissima. Il futuro è nei vini identitari, nei territori veri, nelle produzioni consapevoli.
E qual è la visione futura di VitignoItalia per i prossimi anni?
Vedo VitignoItalia come il grande riferimento del Sud unito. Negli ultimi anni ho visto crescere la presenza istituzionale di regioni come Sicilia e Calabria, significa che il Mezzogiorno vuole presentarsi compatto. Napoli può diventare davvero la capitale mediterranea del vino, chi viene qui oggi cerca soprattutto il Sud, oltre al resto d’Italia. Il nostro compito è essere la casa comune delle eccellenze nazionali, ma con una centralità meridionale sempre più forte.
ANTEPRIMA VITIGNOITALIA
Hotel Excelsior, Napoli – Via Partenope 48
Lunedì 24 novembre 2025
Orario: 14.30 – 21.00
www.vitignoitalia.it
Tel. 08/14104533
segreteria@vitignoitalia.eu
Ufficio Stampa MG Logos - info@mglogos.it






