Aqua Farm 2019: l'Acquacoltura vuole crescere in Europa
Puntare sull'alta qualità del Sistema italiano dell'acquacoltura in una sinergia Stato-Regioni. L'ottima qualità è determinante per il posizionamento del prodotto.
È la strada indicata dal sottosegretario alle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Franco Manzato in occasione dell'inaugurazione della terza edizione di Aqua Farm a Pordenone. Aqua Farm è una due giorni dedicata agli operatori del settore dell’acquacoltura sostenibile euro-mediterranea, una delle attività di produzione alimentare con il tasso di crescita più alto in tutto il mondo, che fornisce il 46% della quantità totale di pesce consumato e sta superando la pesca d’altura come fonte di approvvigionamento. Inoltre, utilizzando criteri di sostenibilità, l’acquacoltura potrebbe diventare l’attività zootecnica più vantaggiosa per quanto riguarda il rapporto tra prodotto utilizzato e il prodotto ottenuto.
La manifestazione è stata un incontro tra tutti gli operatori che gravitano nel bacino Mediterraneo: Slovenia, Croazia, Albania ed Area Balcanica, fino a Malta, Grecia, Turchia Spagna e Portogallo. Occasione di incontro tra domanda e offerta, nonché l’aggiornamento professionale e networking.
La Red List della Iucn (The International Union for Conservation of Nature) riporta che su circa 34mila specie conosciute, 2.300 sono in pericolo. La crescita della domanda e una popolazione che arriverà nel 2050 a circa 10 miliardi rischia di provocare il collasso. Di qui la necessità dell’acquacoltura.
In Europa le produzioni d'allevamento entro il 2030 aumenteranno del 41% per le specie di acqua dolce e del 112% per quelle mediterranee.
In Italia sono presenti più di 800 impianti che producono 140mila tonnellate l’anno di pesce, e che rappresentano il 40% della produzione ittica nazionale. La produzione italiana si occupa complessivamente di 30 tipi di pesce, molluschi e crostacei ma il 97% dei prodotti può essere sintetizzato in 5 specie: trota, spigola, orata, mitili e vongole veraci. Nonostante questo, l’80% del pesce che mangiamo in Italia viene importato dall’estero.
L’Italia è al top nell’Unione europea per quanto riguarda la molluschicoltura: è infatti il principale produttore di vongole veraci e rappresenta il 45% della produzione comunitaria di storioni e il 20% della trota iridea.
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