ASSITOL: l'olio italico divide la filiera e confonde il consumatore
Una proposta che non aiuta il consumatore e che divide il settore oleario: ASSITOL, l’Associazione italiana dell’industria olearia, giudica così l’iniziativa del cosiddetto “olio italico”, un blend con una percentuale di extravergine italiano, promossa dall’accordo Federolio-Coldiretti.
“Siamo sostenitori del blending, che è un asset importante dell’industria olearia - spiega Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva dell’Associazione –, ma la proposta dell’italico, così com’è stata disegnata e proposta, suscita molte perplessità nella filiera e rischia di mandare ancora più in confusione il consumatore’”.
Per ASSITOL, la tutela del 100% italiano deve seguire altre strade. “La valorizzazione dell’extravergine nostrano – osserva la presidente Cane - si gioca secondo i principi della qualità, della genuinità, della tracciabilità e della sicurezza alimentare. Inoltre, in piena crisi di consumi, è indispensabile una narrazione positiva sull’extravergine, spesso vittima di un’informazione di sapore scandalistico”.
Per queste ragioni, sottolinea la presidente degli imprenditori di settore, “non si sentiva davvero il bisogno di un nuovo motivo di frammentazione del mondo oleario, già fortemente diviso. Una frammentazione che avvantaggerà, ancora una volta, i Paesi nostri concorrenti, che al loro interno possono contare su un fronte olivicolo-oleario compatto e su una strategia comune”.
ASSITOL ribadisce al riguardo l’importanza di un percorso condiviso tra tutti i protagonisti del comparto. “Guardiamo con interesse a qualsiasi iniziativa di valorizzazione dell’extravergine – afferma la presidente del gruppo olio d’oliva di ASSITOL – a patto però che sia inclusiva e aperta. Per questa ragione, ribadiamo il ruolo della FOOI, la nuova Interprofessione, rifondata per unire, non per dividere, le diverse anime dell’olio d’oliva”.
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