Buoni pasto: dal 1° settembre scatta il tetto del 5% sulle commissioni

Dal 1° settembre le commissioni sui buoni pasto scendono al 5%. Nessun cambiamento per i beneficiari ma una svolta significativa per gli esercenti

29 Agosto 2025 - 14:02
Buoni pasto: dal 1° settembre scatta il tetto del 5% sulle commissioni

ATTUALITÀ - A partire dal 1° settembre 2025 entrerà in vigore il limite massimo del 5% sulle commissioni per tutti i buoni pasto, estendendo al settore privato una normativa già applicata ai dipendenti pubblici. Come riportato da Fanpage.it, la misura, introdotta dal governo Meloni nella legge sulla concorrenza dello scorso anno, coinvolgerà circa 2,8 milioni di lavoratori del settore privato, andando ad aggiungersi ai circa 700.000 dipendenti pubblici già sottoposti a questo regime. L'obiettivo della riforma è ridurre l'impatto economico sui commercianti, che attualmente pagano commissioni medie dell'11%, con punte che in alcuni casi raggiungono il 20%.

Per i lavoratori che ricevono i ticket non sono previste modifiche: il valore medio attuale di 6,75 euro per buono pasto rimarrà invariato, così come la soglia massima di 8 euro esentasse per i buoni digitali. Anche le modalità di utilizzo resteranno identiche a quelle attuali.

Tempi di applicazione e periodo transitorio

La normativa prevede un'implementazione graduale per consentire alle aziende coinvolte di adeguarsi ai nuovi parametri. Le società che erogano buoni pasto e i negozi che li accettano come forma di pagamento hanno avuto tempo fino al 31 agosto 2025 per aggiornare i contratti esistenti e ridurre le commissioni al 5%. I nuovi contratti stipulati dall'entrata in vigore della legge hanno dovuto rispettare immediatamente il tetto massimo. I buoni pasto già emessi con commissioni superiori al 5% secondo le precedenti regole rimarranno utilizzabili fino al 31 dicembre 2025. Dal 1° gennaio 2026 tutti i ticket dovranno applicare la commissione massima del 5% senza eccezioni.

Reazioni contrastanti degli operatori del settore

Le aziende emettitrici di buoni pasto, rappresentate dall'associazione Anseb, hanno espresso forti critiche alla misura, evidenziando come la riduzione delle commissioni comporterà una diminuzione dei ricavi. Per compensare le perdite, queste società potrebbero essere costrette ad aumentare i prezzi per le aziende che acquistano i buoni da distribuire ai propri dipendenti. Anseb ha previsto un "aggravio dei costi per le imprese che acquistano i buoni pasto per i propri dipendenti" e ha ipotizzato possibili "tagli e rimodulazioni delle risorse del welfare aziendale" da parte delle aziende che dovranno sostenere costi maggiori.

Di segno opposto la reazione dei commercianti, che beneficeranno della riduzione delle commissioni da versare. Luciano Sbraga, responsabile dell'ufficio studi di Fipe Confcommercio, ha minimizzato i timori di un impatto negativo sul welfare aziendale, ricordando che "i ticket sono deducibili interamente dal reddito d'impresa" per le aziende, mentre "i lavoratori non versano l'Irpef". Secondo questa interpretazione, il cambio delle tariffe commissioni non dovrebbe generare significative ripercussioni negative sul sistema.

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