Troppe fiere rimandate. Aefi: eliminare restrizioni ai vaccinati non EMA
L'Associazione esposizioni e fiere italiane lancia l'allarme. Per non fermare le fiere internazionali è necessario che cadano le restrizioni d'ingresso ai vaccinati non EMA

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Tante le fiere internazionali in programma in Italia nei prossimi mesi che hanno deciso di spostare le date a causa delle restrizioni.
“Serve l’attivazione urgente di nuovi corridoi per consentire anche a operatori internazionali vaccinati non Ema di partecipare alle fiere in Italia. Se il Governo ha deciso – come giusto - di non chiudere le manifestazioni fieristiche, allo stesso tempo deve stabilire regole chiare per consentire l’accesso a tutti gli operatori della domanda, anche quelli i cui vaccini non sono riconosciuti dall’Ema (Agenzia europea del farmaco). Con le attuali regole rischiamo la cancellazione di tutti i grandi eventi internazionali, con danni enormi nei confronti dei player fieristici e soprattutto delle imprese del made in Italy”. È quanto dichiarato dal presidente di Aefi, Maurizio Danese, che ha così commentato la situazione contingente legata alle restrizioni per l'accesso alle fiere internazionali in Italia, a causa dell'emergenza sanitaria.
“Importanti rassegne – ha aggiunto Danese – sono momentaneamente costrette a rinunciare alla presenza di molti operatori provenienti in particolare da Cina, Russia, Corea, Giappone, Medio Oriente e tanti altri mercati considerati emergenti per il nostro made in Italy; un danno per il business dell’offerta italiana che chiediamo venga risolto il prima possibile. Quasi tutte le fiere internazionali del primo bimestre di quest’anno hanno già dovuto rinviare a primavera, ma rischiano di saltare definitivamente se non si troverà una soluzione a questo gap normativo che ha pesato non poco nella scelta dei top player di posticipare le grandi rassegne”.
Le regole attuali, in base a quanto ha potuto apprendere Aefi dalle comunicazioni disponibili, richiedono giorni di quarantena e/o vaccinazioni suppletive con vaccini riconosciuti da Ema. Queste disposizioni scoraggiano chi deve venire in Italia con continue disdette di operatori, in particolare dei Paesi terzi.