Copagri su l'app Resto in Campo: ora lavorare ad una banca dati per ampliare il bacino di utenti di riferimento

Il presidente della Copagri Franco Verrascina commenta il lancio dell'app Resto in Campo che favorirà il reclutamento di manodopera in modo trasparente

4 Lug 2020 - 01:30
Copagri su l'app Resto in Campo: ora lavorare ad una banca dati per ampliare il bacino di utenti di riferimento
“L’app ‘Resto in Campo’, presentata ufficialmente oggi dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, viene incontro alle richieste da noi ripetutamente avanzate di avere una piattaforma istituzionale pubblica, chiara e trasparente, che permetta di favorire, accelerare e semplificare il più possibile il reclutamento della manodopera e l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro in agricoltura. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina intervenendo lo scorso 30 giugno alla presentazione della applicazione per dispositivi mobili, sviluppata dall’Anpal in collaborazione con il Ministero del Lavoro e disponibile gratuitamente per iOS e Android. “L’applicazione, oltre alla sua rilevanza dal punto di vista occupazionale, rappresenta uno strumento di supporto per i lavoratori stranieri che lavorano in agricoltura, che hanno così la possibilità di sottrarsi a fenomeni di sfruttamento, che come dimostrano i recenti fatti di cronaca continuano purtroppo a verificarsi a macchia d’olio, danneggiando gravemente l’immagine della stragrande maggioranza delle imprese agricole oneste”, ha osservato il presidente. “La priorità ora deve essere quella di lavorare a una apposita banca dati così da ampliare il più possibile il bacino di utenti di riferimento di ‘Resto in campo’, andando a coinvolgere tutti i potenziali interessati, partendo dai disoccupati, dai cassaintegrati e dai percettori di sussidi assistenziali. Un’azione di questo tipo è importante per contribuire a far sì che le imprese siano nelle condizioni di rimanere competitive sui mercati, e permette al contempo di andare a erodere le leve che portano ai drammatici fenomeni del caporalato e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura”, ha suggerito Verrascina. “L’applicazione potrà trasformarsi in un volano per far ripartire il mercato del lavoro agricolo solo se permetterà di rispondere prontamente alle particolari esigenze del sistema agricolo, che necessita di una determinata quantità di manodopera in un preciso periodo della stagione e in zona circoscritte; per queste ragioni, per vincere la partita bisognerà incidere sull’immediatezza e sull’accuratezza dell’incrocio tra la domanda e l’offerta di manodopera agricola”, ha concluso il presidente della Copagri. [contact-form-7 id="1103" title="Form Articoli"]
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