Coppa di Parma IGP festeggia un 2018 positivo
Un 2018 positivo quello del Consorzio di Tutela della Coppa di Parma Igp. Produzione di 4,3 milioni di chili, in aumento del 7,5% rispetto al 2017. La referenza più apprezzata dai consumatori rimane la Coppa di Parma IGP intera, che incide per il 40% della produzione. Il canale della grande distribuzione si conferma quello prevalente con l'80% della produzione che viene assorbita da questa tipologia di vendita. Il fatturato del comparto, che dà lavoro a 500 persone, è salito a 65 milioni di euro, un significativo +8,53% rispetto al 2017.
Sale di tre punti percentuali, fino al 18% l'export con vendite nei paesi dell'Unione Europea trainate da Francia e Germania, con Regno Unito, Olanda e Polonia che stanno facendo aumentare le proprie richieste. Svizzera, Russia e Canada sono i paesi extra Unione Europea dove la Coppa di Parma è maggiormente apprezzata.
Le aree obiettivo per l'export oggi sono prevalentemente due: la prima è rappresentata dagli Stati Uniti, dove la Coppa di Parma IGP non è ancora commercializzata a causa della normativa sanitaria particolarmente severa in materia di salumi. La seconda area obiettivo è rappresentata dal Giappone, soprattutto dopo l’entrata in vigore del trattato commerciale JEFTA, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo.
Quanto all'attività di promozione, dopo la partecipazione a Vinitaly al fianco di Slow Food e al Parma UNESCO City of Gastronomy Festival, per rimarcare il legame con il territorio della Food Valley, nel 2019, oltre che a Verona, il Consorzio è stato presente a Bologna, per Cibò So Good, e sarà a Parma per Cibus Connect. Da un punto di vista geografico, l’areale di produzione è caratterizzato da zone collinari che degradano in pianura, estese fino alla fascia rivierasca settentrionale del Po, ben oltre i confini della provincia di Parma. Nel corso dei secoli, la ricetta della Coppa di Parma si è diffusa e consolidata anche oltre i confini del parmense.
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