Coronavirus: preoccupazione per il turismo da e per la Cina. Le risposte delle associazioni

30 Gen 2020 - 04:35
Coronavirus: preoccupazione per il turismo da e per la Cina. Le risposte delle associazioni
"Ogni anno ben 200mila italiani si recano in Cina per turismo. In queste ore sono in costante contatto con le autorità del posto. In questo momento la situazione è monitorata, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto tutta l'area interessata dal virus sotto osservazione". Lo afferma Ivana Jelinic, presidente Nazionale della Fiavet, la Federazione Italiana delle Agenzie di Viaggio e delle Imprese del Turismo. Da giorni uno degli argomenti di cui si discute maggiormente è l'epidemia del coronavirus, con un costante aumento di fake news e panico (spesso immotivato) in grado di condizionare le nostre scelte: recarsi o meno in un luogo pubblico, notare dei sintomi dati da una banale influenza ma che possono dare impressioni sbagliate, scegliere di effettuare un viaggio verso un paese ad alto rischio. La sicurezza e lo stato di allarme sono fra i maggiori fattori che possono modificare le scelte dei consumatori, soprattutto nel settore turistico. In questo comparto, le difficoltà possono presentarsi in due "direzioni": turisti italiani che si sono recati o devono recarsi in Cina, magari con pacchetti turistici già acquistati presso agenzie di viaggio italiane; turisti cinesi che potrebbero recarsi in Italia. Le maggiori associazioni e federazioni del settore hanno rilasciato dei comunicati attraverso cui dare delle direttive e consigli pratici sia agli operatori che ai turisti, perché un momento difficile non si trasformi in emergenza anche dal punto di vista economico.

Confindustria Alberghi avvia il monitoraggio dell'andamento del mercato

Grande preoccupazione degli operatori alberghieri italiani per gli effetti che potrebbero arrivare a cascata nel settore turistico a causa dall’epidemia del coronavirus. Poco meno di una settimana fa Italia e Cina si erano incontrate a Roma, presso l’auditorium Parco della Musica, con grandi aspettative riposte al 2020 quale anno della cultura e del turismo avviando, per l’occasione, quello che si immaginava sarebbe stato un fitto calendario di iniziative, manifestazioni e attività di promozione volte a stimolare e potenziare lo scambio turistico tra i due Paesi. Per l’Italia il mercato cinese è tra i più importanti sia in termini di grandezza che per capacità di spesa e la paura legata alla propagazione del virus rischia di generare una serie di ripercussioni economiche su tutto l’indotto. Un fenomeno questo che potrebbe colpire l’intera economia e che per gli operatori del settore alberghiero in particolare vede, tra i timori più grandi, la perdita legata ai contratti già stipulati. Il Belpaese è tra le mete preferite dai turisti del Dragone e la scelta delle autorità cinesi di sospendere temporaneamente i viaggi verso l’estero potrebbe avere forti ricadute sulla nostra destinazione. Come Confindustria Alberghi abbiamo immediatamente avviato un monitoraggio per verificare l’impatto di questo stop forzoso, ma questo raffreddamento del mercato, chiede che quei provvedimenti di riordino e rilancio del settore che sollecitiamo a gran voce da tempo, possano al più presto vedere la luce, così come iniziative specifiche legate al turismo cinese.

ASTOI per i tour operator

Parte dei tour operator appartenenti ad ASTOI Confindustria Viaggi, l’Associazione che rappresenta il 90% del mercato del tour operating in Italia, offrono nella propria programmazione turistica la Repubblica Popolare Cinese. Ogni tour operator ASTOI che programma la destinazione si è da subito attivato per fornire assistenza alle agenzie di viaggio e ai clienti che hanno acquistato un pacchetto turistico per la Cina, colpita dall’emergenza sanitaria “Coronavirus”. ASTOI è in costante contatto con l’Unità di Crisi della Farnesina e i tour operator associati si attengono scrupolosamente agli Avvisi pubblicati sul sito Viaggiare Sicuri http://www.viaggiaresicuri.it, in costante aggiornamento. I tour operator ASTOI, a seconda del tipo di viaggio e della data di partenza, stanno gestendo le richieste dei clienti offrendo soluzioni a loro tutela. Ai clienti che avevano già effettuato prenotazioni per viaggi imminenti verso le aree interessate vengono proposte destinazioni alternative e, qualora si tratti di partenze future a medio/lungo termine, i clienti vengono invitati ad attendere l’evolversi della situazione. Al contrario di chi ha acquistato un viaggio attraverso canali diversi dal turismo organizzato, i clienti dei Tour Operator, anche attraverso le agenzie di viaggio, stanno ricevendo tutta l'assistenza necessaria. Proprio in questi casi sono evidenti e tangibili le differenze circa il tipo di tutela offerta dai Tour Operator. Si sono verificate cancellazioni ed è avvenuto un comprensibile calo di preventivi e di richieste per partenze e viaggi in Cina. Trattandosi di un fenomeno in continua evoluzione, ASTOI e i propri associati continuano a monitorare la situazione tramite gli organi ufficiali, i corrispondenti e i rappresentanti locali.

Fiavet: consigli ai turisti se si è in Cina o si sta pensando di andare

Da Fiavet - Federazione Italiana delle Agenzie di Viaggio e delle Imprese del Turismo i consigli ai turisti su come comportarsi se si è in Cina in questo momento o si sta pensando comunque di andare.

Ecco cosa fare se si è in Cina in questo momento o si sta pensando comunque di andare

"Essendo quella in atto una situazione mutevole non è possibile fare una previsione di ciò che potrebbe accadere o evolversi nelle prossime ore. Dunque in Cina bisogna evitare luoghi di assembramento, bisogna dotarsi sempre di mascherina anche a causa dello smog in alcune città, consumare cibi rigorosamente ben cotti. Mettersi in viaggio solo se si è in perfetta condizione di salute - afferma Ivana Jelinic - non bere acqua dalle fontane ma solo da bottigliette ben sigillate, usare i disinfettanti per le mani, portare dietro sempre le medicine di uso comune, sia gli italiani che sono già in Cina che coloro i quali hanno in programma di partire sarebbe opportuno che si mettessero in contatto con i propri agenti di viaggio e fare esclusivamente con loro una valutazione immediata della situazione. Gli italiani che sono in Cina in aree magari definite a rischio devono seguire tutte le indicazioni che arrivano dal Governo cinese. Gli italiani che in questo momento si trovano in aree dove almeno per il momento non è presente il virus è opportuno che non si stacchino dai gruppi, che si facciano seguire sempre dagli operatori turistici cinesi che sono sul posto e qualora volessero andare in escursione da soli diano al capogruppo tutti i riferimenti necessari portando dietro i contatti della struttura dove stanno alloggiando. I turisti italiani che sono già in Cina devono mantenere un contatto costante con gli operatori turistici che li stanno seguendo".

No a viaggi fai da te

"Il fai da te, dunque prenotazioni dirette, espone a molti rischi in particolare per la Cina dove l'inglese non è diffuso. Il fai da te è rischioso poi soprattutto in condizioni di emergenza. Se si è soli - continuato Jelinic - ci si può imbattere in problemi di carattere oggettivo come il voler spostare un volo per partenze anticipate e nella maggior parte dei casi chi segue il fai da te non pensa ad esempio a stipulare una polizza sanitaria che invece è già prevista nei viaggi organizzati con operatori turistici. Ricordiamo che per andare in Cina è necessario il visto ma nonostante il visto abbiamo anche una minima percentuale di turisti che predilige il fai da te. In Cina la sanità è quasi tutta a pagamento e dunque l'assenza di polizza sanitaria può rappresentare un problema. Il ruolo delle agenzie di viaggio è importante anche in queste situazioni perché si hanno maggiori garanzie che vanno dalle coperture assicurative alle informazioni in tempo reale su tutto".

Valutare attentamente se partire per le aree non chiuse della Cina. Ricordare che gli operatori turistici possono sempre provvedere ad un cambio di destinazione.

"Il traffico è regolare su Pechino ed anche Shangai. A Pechino chiuse la Muraglia Cinese e la Città Proibita ed anche a Shangai sono stati chiusi alcuni siti. Il Governo ha chiuso i luoghi solitamente maggiormente affollati, però non tutti i siti in altre città sono stati chiusi. La situazione è mutevole. Gli operatori turistici, in questa circostanza - conclude Ivana Jelinic - in caso di partenze imminenti e già programmate possono mettere a disposizione dei clienti anche destinazioni alternative. Però non tutte le aree della Cina sono chiuse al flusso turistico, al momento".
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