Dati Istat Produzione Industriale a marzo 2019: settore alimentare in positivo
Lieve flessione a marzo ma un primo trimestre nel complesso incoraggiante
L’indice destagionalizzato mensile mostra un modesto aumento congiunturale solo per i beni strumentali (+0,1%); diminuzioni si registrano invece per i beni di consumo (-2,3%) e, in misura più lieve, per l’energia (-0,4%) e per i beni intermedi (-0,3%). Corretto per gli effetti di calendario, a marzo 2019 l’indice complessivo è diminuito in termini tendenziali dell’1,4% (i giorni lavorativi sono stati 21, contro i 22 di marzo 2018). Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a marzo 2019 un aumento tendenziale esclusivamente per i beni strumentali (+1,2%); al contrario, una marcata diminuzione contraddistingue l’energia (-5,9%), mentre diminuiscono in misura più contenuta i beni intermedi (-1,9%) e i beni di consumo (-1,0%). I settori di attività economica che registrano le variazioni tendenziali positive più rilevanti sono le attività estrattive (+5,7%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+3,3%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,7%). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-9,0%), nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-6,7%) e nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-5,2%).È possibile scaricare il comunicato Istat completo cliccando qui
Il commento di Filiera Italia sulla crescita del settore alimentare
“Il settore alimentare continua a mostrare la sua spinta in costante controtendenza” così Luigi Scordamaglia, numero uno di Filiera Italia, commenta i dati Istat sulla produzione industriale.
A marzo il settore cresce del 2,7% sullo stesso mese dell’anno precedente. Un dato ancora più positivo se letto insieme alla produzione totale dell’industria che nel confronto sullo stesso periodo cala a -1,4%.
“Una crescita che conferma la forza trainante del settore” dicono ancora da Filiera Italia, la nuova organizzazione che riunisce il meglio dell’industria Made in Italy e l’eccellenza dell’agricoltura rappresentata da Coldiretti, valutando l’exploit del settore che ha il tasso di crescita migliore fra i macro-comparti analizzati dall’Istat, fatta eccezione per le apparecchiature elettriche che fanno il 3,3%.
“Merito senza dubbio di un export che si attestava stando agli ultimi dati disponibili sul +7,8% e capace di tamponare la perenne stagnazione dei consumi interni su cui ricordiamolo grava anche la minaccia dell’aumento IVA” dice Scordamaglia.
Leggi anche il nostro articolo sui dati import ed export di febbraio 2019 - Istat: export e prezzi all'import. Federalimentare e Filiera Italia commentano i dati
Le vendite al dettaglio, infatti, si confermano deludenti scendendo del -1,6% in valore sul 1° trimestre 2018 (invertendo il +1,3% in valore segnato nel bimestre), mentre in volume segnano un -2,6%, dopo il +0,2% del bimestre.
Conclude il numero uno di Filiera Italia: “Ecco perché oggi più che mai è importante sostenere il Made in Italy all’estero valorizzando tutta la filiera che unisce l’eccezionale qualità dei nostri prodotti allo storytelling dei nostri territori”.
Con questo intento nasce Filiera Italia proponendosi come nuovo protagonista unitario dell’internazionalizzazione avendo al suo interno l’eccellenza della produzione agricola con i brand dell’industria che fanno una parte rilevante dell’export del nostro Paese.
Il commento di Federalimentare
"L'industria alimentare si conferma tra i leader della produzione in Italia, ribadendo ancora una volta le doti anticiliche del settore". Commenta così Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, i dati Istat sulla produzione di marzo.
"Sono numeri che dimostrano come il nostro comparto continui a smarcarsi da un trend generale che mostra delle difficoltà, anche se sappiamo bene che questi dati sono frutto di un export alimentare che continua a essere il fattore trainante del settore, a fronte di consumi interni stagnanti (su cui incombe anche la minaccia dell'aumento dell'Iva)". Su gennaio-marzo le vendite alimentari destagionalizzate e complessive scendono infatti dell'1,6% in valore e del 2,6% in volume sul 1° trimestre 2018, con una frenata della grande distribuzione e dei discount alimentari. "Questo dimostra che, nonostante alcuni segnali positivi, occorre prudenza - conclude Vacondio - tanto più che il +0,2% del Pil trimestrale pare essere un rimbalzo tecnico e non una vera e propria ripresa"