Diabete e carne rossa: cosa dice il nuovo studio dell'Università di Cambridge

Pubblicato di ricente uno studio che mette in relazione il consumo di carne rossa e lavorata con un aumento del rischio di diabete di tipo 2

29 Agosto 2024 - 10:03
Diabete e carne rossa: cosa dice il nuovo studio dell'Università di Cambridge

SALUTE - Sono stati diffusi negli ultimi giorni i risultati di uno studio dell'Università di Cambridge che analizzano la correlazione tra consumo di carne rossa e diabete di tipo due.

Negli ultimi decenni, la produzione ed il consumo di carne a livello globale ha registrato una crescita significativa; studi precedenti hanno suggerito un legame tra l'aumento del consumo di carne lavorata e carne rossa non lavorata e un rischio più elevato di sviluppare diabete di tipo 2. Tuttavia, i risultati non sono stati sempre coerenti.
Questo studio condotto dai ricercatori dell'Università di Cambridge è stato condotto con un metodo innovativo; l'associazione è stata analizzata utilizzando i dati del progetto globale InterConnect. Sono stati infatti esaminati 31 coorti di studio provenienti da 20 paesi, tenendo conto di vari fattori come età, sesso, comportamenti correlati alla salute, assunzione calorica e indice di massa corporea.
Il progetto InterConnect ha permesso ai ricercatori di analizzare i dati dei singoli partecipanti provenienti da diversi studi, non limitandosi ai soli risultati pubblicati. Questo approccio ha permesso di includere tra le 31 coorti 18 che non avevano precedentemente pubblicato dati sul legame tra consumo di carne e diabete di tipo 2. L'inclusione di queste nuove informazioni ha ampliato notevolmente la base di prove e ridotto il rischio di bias derivante dall'esclusione di ricerche precedenti. 
Il professor Nick Wareham, direttore dell'unità di epidemiologia del Medical Research Council (MRC) dell'Università di Cambridge e autore principale dello studio ha spiegato che InterConnect consente di studiare i fattori di rischio nelle popolazioni di molti paesi e continenti diversi in tutto il mondo, includendone quelle sottorappresentate nelle meta-analisi tradizionali. Infatti, la maggior parte degli studi di ricerca su carne e diabete di tipo 2 sono stati condotti negli Stati Uniti e in Europa,e talvolta in in Asia orientale. Questa ricerca ha incluso dati aggiuntivi dal Medio Oriente, l'America Latina e dall'Asia meridionale evidenziando inoltre la necessità di approfondire la ricerca scientifica per queste aree e per l'Africa.

Andando oltre la metodologia, i risultati hanno rivelato che un consumo abituale di 50 grammi di carne lavorata al giorno (circa due fette di prosciutto) aumenta del 15% il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 nel corso dei successivi 10 anni. Allo stesso modo, il consumo di 100 grammi di carne rossa non lavorata al giorno (equivalente a una piccola bistecca) è stato associato a un aumento del 10% del rischio di diabete di tipo 2.
Il consumo giornaliero di 100 grammi di pollame è stato correlato a un aumento dell'8% del rischio, ma ulteriori analisi hanno indebolito questa associazione, mentre i legami con il diabete di tipo 2 sono rimasti forti per la carne lavorata e non lavorata.
Come viene spiegato dal portale dedicato alle scienze Focus il consumo frequente di carni processate è già stato associato a un aumento del rischio di sviluppare tumori; la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato infatti le carni processate come cancerogene certe, inserendole nel gruppo 1. Il problema principale sarebbe da rintracciare nella presenza di nitrati e nitriti, oltre al sale, utilizzati come additivi nei processi di lavorazione di questi prodotti e che potrebbero anche essere responsabili di un potenziale legame con il diabete di tipo 2, se tale correlazione venisse ulteriormente confermata. Durante la digestione, questi additivi possono generare sostanze che favoriscono processi infiammatori e alterano il funzionamento dell'insulina, l'ormone responsabile della regolazione della glicemia. Questo processo può contribuire allo sviluppo dell'insulino-resistenza, una condizione in cui le cellule diventano meno sensibili all'insulina, precursore del diabete di tipo 2. Per quanto riguarda la carne rossa, i rischi potrebbero essere legati all'eccessivo apporto di ferro derivante da un consumo elevato, oppure dalle modalità di cottura. Ad esempio, la cottura della carne a temperature elevate, come avviene nella grigliatura, provoca la combustione dei grassi, generando composti considerati cancerogeni e associati a un aumento del rischio di diabete di tipo 2.

La professoressa Nita Forouhi, dell'Unità di Epidemiologia del Medical Research Council (MRC) dell'Università di Cambridge e autrice senior dello studio, sostiene che questo sia ad oggi lo studio più completo che collega il consumo di carne lavorata e carne rossa con il diabete di tipo 2 diventando la base scientifica su cui si poggia la raccomandazione oramai diffusa di ridurre all'interno della propria dieta il consumo di questi due prodotti. 

Lo studio ha fatto comunque sollevare alcune voci di dissenso, che criticano principalmente la metodologia utilizzata dai ricercatori: il Professor Giuseppe Pulina, Presidente Emerito dell’Associazione per la Scienza e le Produzioni Animali, Professore Ordinario di Etica e Sostenibilità degli Allevamenti presso il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari e Presidente di Carni Sostenibili spiega: "Questa ricerca è una metanalisi che inserisce coorti ex novo senza una storia clinica documentata alle spalle. Essendo studi di coorte, non forniscono causazione e quindi non si può stabilire una causalità diretta tra il consumo di carne e l’insorgenza del diabete di tipo 2. Infatti, le associazioni osservate potrebbero essere influenzate da fattori confondenti che non sono stati completamente controllati.”. Sul portale Carni Sostenibili nel criticare la metolodogia con cui è stato portato avanti lo studio si evidenzia anche come il diabete 2 sia una patologia molto complessa e multifattoriale, il cui insorgere non può essere legato solo ad una scelta alimentare

In sintesi, il nuovo studio dell'Università di Cambridge fornisce importanti indicazioni sul legame tra consumo di carne rossa e lavorata e il rischio di diabete di tipo 2, ma è bene considerare la complessità di questi risultati. La ricerca suggerisce un aumento del rischio associato a questi alimenti, ed è pertanto fondamentale continuare a monitorare e approfondire tali connessioni per adottare scelte alimentari più consapevoli e basate su evidenze scientifiche. La salute e il benessere rimangono obiettivi fondamentali nella nostra dieta quotidiana e richiedono informazioni aggiornate e scelte informate.

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