Fipe: "Bene contributi per locali dei centri storici, ma manca una misura organica"
Fipe è soddisfatta della maggiore attenzione delle istituzioni verso la ristorazione, ma i contributi in arrivo non fanno parte di un progetto strutturale. Manca organizzazione.
Il 18 novembre prossimo l’Agenzia delle Entrate comincerà a versare i contributi a fondo perduto destinati ai locali dei centri storici di 29 città italiane. Una boccata d’ossigeno importante per chi ha dovuto fare i conti non solo con il lockdown, ma anche con la scomparsa pressoché totale del turismo italiano e internazionale e ha visto, dunque, con un crollo verticale dei propri fatturati.
“L’attenzione per il mondo della ristorazione sta crescendo, anche da parte delle istituzioni, e questo è un ottimo segnale – commenta Aldo Cursano, vice presidente Vicario di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi -. Dopo il bonus Bellanova, i contributi del mese di aprile e i versamenti disposti dal decreto Ristori, è in arrivo un’altra importante iniezione di liquidità destinata alle attività maggiormente colpite dalla crisi”.
“Tuttavia – aggiunge Cursano – ci troviamo nuovamente di fronte a un provvedimento una tantum, senza alcuna pianificazione strutturale strategica. Vengono distribuite gocce d’acqua a chi vaga nel deserto e questo non consente agli imprenditori di avere alcuna prospettiva futura. I locali dei centri storici, ad esempio, da marzo hanno perso in media il 70 – 80% dei loro fatturati ogni mese. Ora, con questo contributo, riceveranno un singolo bonifico compreso tra il 5 e il 15% dei loro volumi d’affari mensili, utile a saldare qualche fornitore ma non certo a sopravvivere a una crisi di queste proporzioni”.
Per questo Fipe – Confcommercio invita il governo a pianificare una misura strutturale standard in grado di coprire l’intera durata della crisi.
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