Il caffè unisce l’Italia ma la filiera resta poco nota

Dalla moka all’espresso, il caffè è rito nazionale ma pochi conoscono origini, varietà e processi della filiera

1 Ottobre 2025 - 14:17
Il caffè unisce l’Italia ma la filiera resta poco nota

INDAGINI E RICERCHE - Il caffè resta il simbolo indiscusso del piacere quotidiano in Italia: un’abitudine che unisce generazioni, territori e stili di vita senza conoscere divisioni. A confermarlo sono i risultati dell’indagine “Gli italiani e il caffè”, curata da AstraRicerche per il Comitato Italiano del Caffè di Unione Italiana Food. La ricerca rivela che il 97,7% degli italiani consuma caffè e che il 71% lo fa con cadenza quotidiana.

I dati sono stati resi pubblici e commentati il 30 settembre durante l’appuntamento “Dal chicco verde alla tazzina: un viaggio culturale e sensoriale alla scoperta del caffè”. L’incontro, ospitato nei prestigiosi spazi dell’Ambasciata del Brasile in Piazza Navona a Roma, è stato promosso dal Comitato Italiano del Caffè in collaborazione con l’Ambasciata, in vista della Giornata Internazionale del Caffè. La cornice ha offerto l’occasione per raccontare la filiera del caffè, dall’origine della materia prima all’eccellenza della torrefazione italiana. Per i partecipanti, è stato allestito un corner degustativo-esperienziale curato dal maestro del caffè Gianni Cocco, con dimostrazioni dedicate all’arte dell’espresso perfetto.

Le abitudini di consumo

Più di sette italiani su dieci non rinunciano al caffè quotidiano, ma emergono differenze legate a età e genere. Le donne, con il 73%, risultano leggermente più assidue rispetto agli uomini (69%), e il consumo più elevato si registra tra i 35 e i 65 anni, con oltre il 75%.

Anche i metodi di preparazione rivelano l’evoluzione delle abitudini: cialde e capsule dominano con il 59,5%, seguite dalla moka al 55,2% e dalle macchine espresso automatiche al 34,4%.
Rispetto al passato, le capsule perdono terreno (65% tra il 2021 e il 2023), mentre la moka risale dopo anni di calo e le macchine automatiche continuano a crescere, fino al 18,9%.

Al centro resta l’espresso, considerato insostituibile: è la modalità preferita dal 51,6% degli italiani, amata tanto al bar (8,06 come voto medio) quanto a casa (quasi 8). Per il 74,3% è il caffè migliore per gusto, per il 64,9% è la scelta anche oltre confine e per il 75,7% è il più stimato al mondo. Ma soprattutto viene associato a momenti di convivialità (83,2%), alla praticità della preparazione (81,8%) e a un piacere accessibile a tutti (59%). Le varianti al di fuori dell’espresso, come il solubile, l’americano, la french press o il cold brew, restano marginali nei consumi, mentre specialty coffee, biologico e Fairtrade restano settori ancora di nicchia.

Le conoscenze sulla filiera

Accanto all’amore per la bevanda emergono notevoli carenze di conoscenza. Se il Brasile è correttamente riconosciuto dal 72% come primo produttore mondiale e la Colombia dal 56% tra i principali, solo il 10,6% indica il Vietnam e l’8,9% l’Indonesia, rispettivamente secondo e quarto Paese per volumi. Ancora più sorprendente è la convinzione, condivisa dal 44,1% degli italiani, che in Italia esistano coltivazioni di caffè; addirittura il 20,5% pensa che siano rilevanti, con picchi del 42% tra i 18-24enni.

Molti immaginano i chicchi già marroni o neri: solo il 40,5% sa che prima della tostatura sono verdi o gialli. Il 53,8% è a conoscenza del fatto che crescono all’interno di frutti, ma quasi un 10% crede nascano sottoterra. Sulle varietà, l’Arabica è nota al 90,4%, mentre la Robusta scende al 56,7% e Liberica ed Excelsa restano sotto il 15%. Sui fattori che influenzano il gusto, l’88,7% individua correttamente la tostatura, l’82,9% l’area di coltivazione e il 79,9% i processi di lavorazione, ma oltre metà non conosce la durata media della tostatura, spesso immaginandola ben più lunga di quanto sia in realtà.

Anche il patrimonio italiano nella torrefazione è percepito in modo differente: il 71,3% lo riconosce, ma la percentuale cala al 61% tra i più giovani e cresce all’81% tra i 55-65enni. Non tutti, però, hanno chiaro cosa significhi “arte della torrefazione”: tre su quattro la collegano alla tostatura accurata e alla gestione di tempi e temperature, mentre poco più del 70% la associa anche alla creazione delle miscele.

Il valore culturale dell’espresso

Il quadro che emerge racconta un’Italia che ama profondamente il caffè, ma che conosce ancora poco le origini e la ricchezza della sua filiera: dalle coltivazioni tropicali alle tecniche di estrazione, passando per le varietà e la tostatura. Le lacune si accentuano tra i giovani, più attratti dall’esotico e meno consapevoli delle radici culturali legate all’espresso.

Come ha sottolineato Giuseppe Lavazza, presidente del Comitato Italiano del Caffè: “Il caffè italiano è un'icona riconosciuta nel mondo: la sua forza risiede nella capacità di selezionare la materia prima e nel know-how con cui viene trasformata. È un settore capace di fare innovazione, sia a livello di prodotto che di processi industriali. Valorizzare e far comprendere ogni fase della filiera — dalla selezione dei chicchi alla tazzina — non può che rafforzare l'apprezzamento di questa bevanda.”

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