Il caldo fa crollare la produzione di miele
Ancora danni causati dai forti cambiamenti climatici colpiscono le produzioni italiane; dopo il magro raccolto del grano di quest’anno (di cui vi avevamo parlato in questa news) crolla anche la produzione del miele.
Stando a una stima di Coldiretti, che ha monitorato i circa 1.2 milioni di alveari presenti sul nostro territorio che impegnano circa 45.000 apicoltori, la produzione è calata del circa 50%.
Un danno causato quest’estate dall’alternarsi di caldo torrido e violenti piogge, una condizione climatica instabile che ha stressato le api rendendogli difficile la gestione dell’alveare nonché nella raccolta del nettare.
Ad essere interessate le principali varietà di miele: castagno, tiglio, girasole, millefiori, coriandolo, acacia, arancio e melata. Per quanto riguarda le aree geografiche alcune regioni sembrano essere particolarmente colpite con picchi di calo dell’80% in meno rispetto ad alcune tipologie; critica, ad esempio, la situazione dell’Abruzzo, dove si raggiungono punte di calo del 60%.
Un dato davvero allarmante, che continua il trend negativo del 2017, anno ritenuto il peggiore dell’apicoltura moderna per la bassissima quantità di miele prodotto (soli 10 milioni di chili).
Questa situazione, come sottolinea Coldiretti, incrementerà ulteriormente l’importazione dall’estero di miele, che nell’ultimo anno ha raggiunto cifre record: basti pensare che, attualmente, due barattoli su tre di miele provengono da altri paesi, per un totale di 9,4 milioni di chili provenienti in particolare da Ungheria, Romania, Polonia. Coldiretti invita quindi a porre particolare attenzione all’etichetta del miele per difendersi dal finto Made In Italy.
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