Il Consorzio Tutela Vini Valpolicella presenta il bilancio 2017
È un bilancio pienamente soddisfacente quello del Consorzio Tutela Vini Valpolicella presentato nei giorni scorsi ai soci. Rispetto all'anno precedente il 2017 si chiude con un fatturato in crescita del 50% a 2,2 milioni di euro e margini di liquidità a +6% rispetto alla media del biennio precedente.
Dimostrata la solidità strutturale rispetto al triennio precedente, l'obiettivo, secondo il direttore del Consorzio Olga Bussinello, è quello ora di consolidare il brand non solo sul mercato interno ma anche su quello internazionale.
Il vigneto Valpolicella si estende per 8mila ettari e vanta una produttività tra le più alte in Italia con un giro di affari che si aggira intorno ai 600.000 euro. Leggendo il bilancio spicca tra i dati la quota dell'86% (quasi 2 milioni di euro) destinato alla promozione sui mercati esteri sia per le aziende che già operano in altri paesi che su quelle che vi si stanno affacciando.
Il brand che fa da traino è certamente l'Amarone come ha sottolineano anche sottolineato dal presidente del Consorzio Andrea Sartori.
Il Consorzio Tutela Vini Valpolicella è poi impegnato nella tutela della denominazione: lo scorso anno sono state perseguite legalmente 17 false denominazioni e frodi in 12 mercati internazionali: in Danimarca come in Svezia piuttosto che in Francia, sono state trovate bottiglie con il marchio Ca' Amarone, Ripassa, Vinocella - Valpolicella Style, Primarone, Aminirone, Gran Marone. Una chiara truffa ai danni del made in Italy prontamente denunciata e perseguita dal Consorzio che è riuscito ad ottenere significativi risultati per la tutela dei proprio prodotti
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