La Borgogna pronta a lanciare la sua rete delle Città del vino
Dal 13 al 19 maggio verrà inaugurata la Cité des Climats et Vins de Bourgogne, un itinerario che si dipana tra le città di Beaune, Mâcon e Chablis per raccontare ad eno appassionati e turisti di tutto il mondo la storia, la tradizione e la cultura della Borgogna
Dopo il grande e ormai consolidato successo della Citè du Vin di Bordeaux la Francia del vino scalda i motori e si prepara ad aprire il sipario su un nuovo grande progetto destinato ad accrescere l’attrattività del territorio per gli appassionati del nettare di Bacco ma anche semplicemente per i più curiosi. Mancano infatti solo poche settimane all’inaugurazione della Citè des Climat et Vins de Bourgogne un’iniziativa da 12 milioni di euro di investimento che ha mosso i primi passi nel lontano 2010 dietro la regia del Bourgogne Wine Board, associazione impegnata nella difesa e promozione delle antiche arti dell'enologia e della viticoltura della regione in cui nascono i più pregiati vini francesi (BIVB). Frenato nella sua piena realizzazione dall’emergenza pandemica, il nuovo polo con i suoi tre siti costituenti un unico museo arriva con un anno di ritardo rispetto al disegno degli organizzatori che con questo progetto hanno voluto puntare i riflettori sulla storia, il patrimonio e la cultura dei 1247 Climat della Borgogna, piccole parcelle di vigneto ben delineate e circoscritte, definite da distintivi elementi geologici, geografici e antropologici, cuore pulsante della regione riconosciuti nel 2015 come patrimonio Unesco. Attraverso un viaggio in più tappe alla scoperta di quegli areali unici in cui nascono vini a dir poco iconici, di quei meravigliosi paesaggi che gli uomini hanno modellato in 2000 anni, ricchi di bellezze architettoniche riflesso di una società organizzata intorno alla viticoltura, si intende valorizzare la dedizione alla vite come asset non solo economico ma anche culturale, raccontare ai turisti di tutto il mondo la storia dell’identità della Borgogna che è intimamente e profondamente legata alla sua millenaria tradizione enologica. Sono tre le città protagoniste dell’itinerario e quindi del racconto, Beaune, Mâcon e Chablis, porte di accesso strategico alla regione, ciascuna con le proprie peculiarità e il proprio percorso da rappresentare, differenti ma complementari e per questo indispensabili per offrire un’esperienza più ampia ai viaggiatori e dare un contributo alla narrazione incentrata su storia, territorio e tradizioni, modelli di viticultura e concetto di terroir, biografie di uomini e donne che hanno plasmato vigneti e tracciato i destini di una comunità con la loro vita impronta a valori come la semplicità, l’umanità e l’accoglienza. Il sito della Citè di Beaune si estenderà su una superficie di 3.600 mq nell’ambito di un’area urbanistica periferica riqualificata di circa dieci ettari con hotel di lusso, strutture private, un punto di accoglienza turistica e un centro commerciale. Un edificio a forma di viticcio alto 24 metri con vista panoramica sui vigneti sarà pronto ad accogliere 180mila visitatori all’anno, con uno spazio espositivo speciale al suo interno dedicato ai climats della regione vitivinicola della Borgogna. La Citè di Mâcon, con la sua torre che rappresenta l’antica vite di legno di un antico torchio, troverà spazio nell’ambito della Maison des Vins del Bureau Interprofessionnel des vins de Bourgogne, ristrutturata e ampliata con un’area destinata ai visitatori di circa 1900 mq. La Citè di Cablis invece si svilupperà in centro e sarà ospitata da una ex cantina cistercense, Petit Pontigny, un edificio monastico riqualificato dal grande fascino, incarnazione architettonica della storia della Borgogna. Tutti e tre i luoghi offriranno tour enogastronomici, aree di degustazione e approfondimento tematico, workshop che permetteranno di scoprire e assaporare l’arte della viticoltura locale in modo innovativo ma vogliono rappresentare un punto di partenza e non certo di arrivo per i viaggiatori, un trampolino verso ulteriori esplorazioni, tappe informative per raccogliere le idee prima di ripartire alla scoperta di vigneti, magari in bicicletta o a piedi, con passeggiate che accolgono la filosofia di un enoturismo improntato alla lentezza. Perché se è vero che la cultura del vino cresce attraverso la conoscenza è con l’esperienza diretta che si fa consapevolezza ed arriva in profondità, ed una realtà complessa e ricca come la Borgogna non può essere interiorizzata senza viverla immersivamente, tra i filari.