La professione del cuoco va inserita fra i lavori usuranti!
Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto (ADG), Associazione Professionale Cuochi Italiani (APCI), Charming Italian Chef (Chic) e JRE Italia alle istituzioni per chiedere che la professione del cuoco sia inserita tra i lavori usuranti.
Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto (ADG), Associazione Professionale Cuochi Italiani (APCI), Charming Italian Chef (Chic) e JRE Italia, promotori di #FareRete - progetto a cui hanno aderito oltre 30 Associazioni del settore ristorazione e accoglienza con l’intento di porsi come voce coesa e strutturata - si rivolgono nuovamente alle Istituzioni per chiedere che la professione del cuoco sia inserita tra le professioni usuranti.
È stata inviata ieri la comunicazione a firma dei quattro presidenti delle associazioni diretta ai Ministri e ai Presidenti di Commissione per portare alla loro attenzione una questione che interessa un notevole numero di lavoratori italiani e che deve avere la necessaria considerazione per un settore produttivo e trainante dell’economia italiana.
L’attuale situazione del comparto, acuita dalla crisi pandemica, ha creato una serie di conseguenze negative su molti aspetti, da cui è scaturito - tra l’altro - l’elevato numero di giovani che abbandonano tale tipologia di lavoro ritenuto non più attrattivo ma altamente impegnativo.
Le difficili condizioni in cui operano i nostri professionisti a ogni livello, impegnati in periodi prolungati, orari disagiati, condizioni di lavoro spesso in spazi angusti e con temperature gravose incidono sulla stanchezza, aumentano lo stress psico-fisico, riducendo conseguentemente la vita di relazione sia pubblica sia privata.
Il contesto normativo che caratterizza il mercato è di per sé connotato da limitazioni e iter procedurali particolarmente impattanti per il business delle aziende che operano nella ristorazione. È evidente quindi che sussistano nel settore dinamiche che ne rendono distorta la stessa natura e che pongono limiti all’iniziativa privata dell’impresa, la cui capacità di fare affari è fortemente impattata da vincoli esterni normativi e procedure non più attuali.
Questa la condizione cui occorre porre rimedio, per sanare ciò che a tutti gli interlocutori istituzionali con cui sono state avviate discussioni proficue appare come una evidente “lacuna”.
La categoria e il settore intero recano lustro al nostro Paese ogni giorno, per capacità e professionalità universalmente riconosciute. L’importante storia della ristorazione italiana e la sua celebrata tradizione meritano un’attenzione specifica da parte delle Istituzioni.
L’intervento delle Istituzioni anche in questo senso costituirebbe un segnale di vitale importanza, a beneficio di tutto il comparto e delle generazioni future.
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