Le multinazionali dicono addio a una propria etichetta nutrizionale
Addio al semaforo nei supermercati! Coca Cola, Nestlé, Mondelez, Unilever e PepsiCo hanno abbandonato il progetto di una propria etichetta nutrizionale. Avviato nel 2017, il progetto delle etichette a semaforo dovrebbe semplificare la vita dei consumatori, segnalando dal rosso al verde i cibi più o meno dannosi in base al contenuto di grassi, zuccheri e sale nei prodotti confezionati.
Un'aberrazione, secondo Coldiretti e Confagricoltura, perché, come più volte ribadito, la dieta mediterranea viene colpita duramente da questo sistema. Le etichette a semaforo, paradossalmente, avvantaggiano prodotti come le bevande gassate ma non altri contenenti olio d'oliva, prosciutto crudo o formaggi dop del nostro paese.
Soddisfatta Confagricoltura nelle parole del suo presidente Massimiliano Giansanti. "È una buona notizia per i consumatori e per gli agricoltori. È soprattutto positivo il richiamo alla necessità di avere uno schema valido per tutta l'Unione europea. È la proposta che abbiamo avanzato da tempo e sulla quale siamo pronti al confronto e alla collaborazione con le associazioni dei consumatori. Solo un sistema validato a livello europeo - ha concluso - basato sulle evidenze scientifiche può guidare le scelte consapevoli dei consumatori verso una dieta equilibrata e salutare".
L'etichetta a semaforo è un sistema informativo fuorviante, sottolinea Coldiretti. L'Associazione ha coinvolto anche scienziati e gruppi di consumatori per dissuadere i colossi del food&beverage dal progetto del semaforo nutrizionale. La decisione delle multinazionali sposta ora il campo di battaglia su un altro tavolo: far desistere l'Onu dal presentare una risoluzione basata su semafori e tasse per esortare gli Stati ad "adottare – spiega la Coldiretti – politiche fiscali e regolatorie che dissuadano dal consumo di cibi insalubri".
La proposta è stata bocciata dall'assemblea delle Nazioni Unite lo scorso 27 settembre ma è stata ripresentata da sette paesi: Brasile, Francia, Indonesia, Norvegia, Senegal, Sudafrica e Thailandia.
"Un corretto regime alimentare – ha aggiunto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini - si fonda sull'equilibrio nutrizionale tra i diversi cibi consumati e non va ricercato sullo specifico prodotto. Non esistono cibi sani o insalubri, ma solo diete più o meno sane".
Compila il mio modulo online.