L'inflazione svuota il carrello della spesa: -4,7% nel 2023
Proseguono quest’anno le difficoltà che hanno spinto gli italiani a tagliare gli acquisti: il caro prezzi taglia del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate.
Il caro prezzi taglia del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023, e nonostante ciò si registra un aumento della spesa del 7,7% a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti sugli effetti dell’inflazione nel primo trimestre del 2023, sulla base dei dati Istat sul commercio al dettaglio. La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,1% nel trimestre nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio.
Proseguono quest’anno quindi le difficoltà che nel corso del 2022 hanno portato gli italiani a tagliare gli acquisti di frutta e verdura, sono crollati del 9% in quantità rispetto all’anno precedente, ai minimi da inizio secolo (secondo l’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy).
Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – hanno ridotto del 17% le quantità di pere, dell'11% le arance e l’uva da tavola, dell’8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele, mentre tra gli ortaggi crollano del 24% gli acquisti di asparagi e del 20% quelli di radicchi. Il risultato è che con 5,5 miliardi di chili nel 2022 il consumo di frutta e verdura degli italiani – precisa la Coldiretti – è risultato di mezzo miliardo di chili inferiore a quello dell’anno precedente, con preoccupanti effetti sulla salute dei cittadini.
Una situazione che – precisa la Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo, rinunciando anche alla qualità. Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa: il 72% degli italiani fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in promozione. Le famiglie infatti – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi, anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.
“Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di “aumentare le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sostenendo progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti”.
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