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La sostenibilità è fortemente radicata nel modello di business di miscusi che fin dalla sua nascita, infatti, ha sempre lavorato nella direzione di avere il minor impatto possibile sul pianeta attraverso una combinazione di piccole azioni quotidiane e grandi progetti.
Ed è proprio per i suoi comportamenti virtuosi che vanno oltre il profitto, innovano e impattano positivamente i dipendenti, le comunità locali in cui opera, l’ambiente e tutti gli stakeholder che miscusi ha ottenuto, tra i primi brand food retail in Italia, la certificazione internazionale B-Corp.
Questo importante riconoscimento è solo l’avvio di una seconda fase della vita del brand che sta sviluppando con ancora maggior determinazione numerosi progetti per perseguire il proprio scopo di diffondere lo stile di vita mediterraneo basato su valori quali sostenibilità, convivialità, inclusività e rispetto della diversità.
L’impegno sociale di miscusi parte dalla comunità aziendale, che si chiama “miscusi family”, con un piano di azionariato diffuso “miscusi stock” che prevede di destinare il 5% della società a store manager e dipendenti con contratto a tempo indeterminato attivo dopo un primo periodo di inserimento in azienda. Questa iniziativa, unica nel suo genere in Italia nel settore della ristorazione, sino ad oggi, ha consentito a quasi il 20% dei dipendenti di avere il diritto di possedere azioni.
Già da anni, inoltre, miscusi supporta tutti i propri fornitori in un percorso di miglioramento e crescita, condividendo gli stessi valori di sostenibilità umana e ambientale. L’80% dei fornitori infatti adotta soluzioni circolari, il 70% ha un programma di monitoraggio dei consumi energetici, dell’acqua e del food waste, il 90% dei dipendenti è assunto a tempo indeterminato.
Questo consente a miscusi di lavorare a stretto contatto con fornitori che diventano anche partner e con i quali scegliere le materie prime, i processi di lavorazione e non solo il prodotto finito, ottenendo così un forte miglioramento in termini di qualità ma anche di riduzione degli sprechi.
E proprio in quest’ottica, quella di tracciare ogni singolo ingrediente dalla terra al piatto, miscusi ha dato il via ad un progetto sperimentale di agricoltura rigenerativa che, grazie alla coltivazione di cereali a basso impatto ambientale, consentirà a miscusi di produrre una pasta buona per le persone e per il Pianeta.
“Il mondo sta sperimentando sempre più impatti climatici pericolosi e crisi umanitarie legate a siccità, aumento del livello del mare, inondazioni, calore estremo e collasso dell'ecosistema. Il sistema alimentare è responsabile di circa il 28% delle emissioni globali di gas serra. L'agricoltura e i cambiamenti di uso del suolo associati (così come i fertilizzanti, i pesticidi e il letame) sono la più grande fonte di queste emissioni. Non possiamo ignorare queste problematiche, miscusi vuole contribuire concretamente alla soluzione, perché con un piatto di pasta è possibile farlo. Oramai da un paio d’anni lavoriamo con tutti i nostri fornitori per mappare le emissioni, partendo dal campo e seguendo il prodotto fino al piatto. Un lavoro lungo e dispendioso, necessario a sapere quali ingredienti scegliere. I primi risultati sono strabilianti: il nostro menu è già oggi dentro gli obiettivi di ‘planetary boundaries’ delle Nazioni Unite per il 2030. Meno di 1,5kg di CO2 al giorno per capite. Vogliamo andare oltre e stiamo creando un piatto di pasta che non solo renda le persone felici e le faccia stare bene, ma che rigeneri la terra, oramai compromessa da mezzo secolo di agricoltura chimica. Stiamo conducendo un progetto pilota, riscoprendo grani antichi e cereali alternativi, seguendo sempre il mantra della biodiversità, praticando agricoltura non invasiva e di precisione. Lanceremo entro fine anno il primo piatto di pasta ‘good for you & good for the planet’ che rende possibile un equilibrio nutrizionale e planetario molto complicato. miscusi non è più solo un brand di ristoranti, ma un movimento in cui le persone riconoscono valori e missione” ha spiegato Alberto Cartasegna, Fondatore e Ceo di miscusi.Alberto Cartasegna
Fondata da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese, classe 1989, miscusi esiste per rendere le persone felici diffondendo uno stile di vita mediterraneo. Nel 2017 inaugura il suo primo ristorante a Milano in zona Cinque Giornate, in soli tre anni apre 12 ristoranti in 7 città italiane e 1 ristorante a Londra. Nel 2020, nonostante la pandemia, aggiunge una nuova anima annessa al ristorante: “la miscusi bottega”, una gastronomia di quartiere dove comprare i prodotti di miscusi da cucinare a casa. Ad inizio 2021 miscusi ha raccolto €32 milioni in due round guidati da Milano Investment Partners SGR (MIP SGR), fondo di ventura capital di cui Angelo Moratti è anchor investor, e vede l’ingresso nella compagine societaria del fondo americano Kitchen Fund che ha investito in alcune delle più importanti realtà food internazionali, tra cui SweetGreen.About Alberto CartasegnaClasse 1989, a quattordici anni rider nella pizzeria di paese, a diciotto il suo primo aereo lo porta a Londra per un anno sabbatico immerso nella ristorazione. Rimpatria e si laurea con Lode in Economia, prima in Bicocca poi, dopo essersi aggiudicato un prestito al merito, in Bocconi. Conclude il percorso accademico con la seconda Lode e un semestre di MBA alla Kelly School of Business, in America. Dopo una breve esperienza in Boston Consulting Group entra in Rocket Internet a Berlino e fonda Helpling Italia, contribuendo alla raccolta di 57M€. A 26 anni le esperienze internazionali in tensione con il richiamo di casa lo ispirano a inventare miscusi di cui oggi è CEO. Nel 2019 è stato nominato da Forbes tra i 100 giovani italiani che cambieranno il futuro.
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