Osservatorio Consumi Ismea-Nielsen Parte 2. Il carrello della spesa 2022: derivati dei cereali, grassi vegetali, vino e bevande
L'indagine Ismea su dati dell'Osservatorio ISMEA-NielsenIQ ci mostra l'andamento dei prezzi nel 2022 rispetto al 2021. Ecco un focus su alcuni dei beni più presenti nel carrello della spesa sia dei consumatori che dei professionisti.
Il 2022 chiude con un aumento record della spesa alimentare domestica: +6,4% sul 2021, secondo solo al dato registrato nell'anno del confinamento domestico causato dal Covid. L'incremento della spesa, inferiore al tasso di inflazione, riflette una diversa composizione del carrello e una riduzione delle quantità acquistate dalle famiglie, in risposta alla perdita di potere di acquisto. In particolare, sottolinea l'ISMEA sulla base dei dati dell'Osservatorio sui consumi ISMEA-NielsenIQ, sono stati i consumatori e i nuclei familiari più giovani a fare i sacrifici maggiori. I giovani singles hanno "alleggerito" il carrello del 6,4% rispetto al 2021 e anche per le cosiddette new families (quelle con bambini in età pre-scolare) gli acquisti si sono ridotti del 3,6% rispetto al 2021, segnando un -6,3% rispetto a Pre-covid. Tra le varie categorie merceologiche, è aumentato soprattutto lo scontrino relativo alla pasta e derivati dei cereali (+11,6), oli (+16,7%), bevande analcoliche (+12,4%), carni (+9,9%) e prodotti lattiero caseari (+8,6%), in molti casi in presenza di volumi di acquisto stabili o inferiori rispetto all'anno precedente. Incrementi di minore intensità hanno interessato il reparto ortofrutticolo (+3%), mentre i vini e i prodotti ittici sono gli unici a segnare una concreta riduzione della spesa, -2% nel primo caso, -3,4% nel secondo caso, con variazioni negative soprattutto per il segmento del fresco. In generale l'aumento della spesa risulta maggiore per i prodotti confezionati rispetto a quelli sfusi (+6,9% vs il +5,2% dello sfuso), per effetto dei rincari che hanno colpito anche i materiali di confezionamento e la logistica.
Il carrello della spesa
Per tutte le categorie, ad eccezione di vino e prodotti ittici, si registra, nel 2022, un incremento di spesa rispetto al 2021 in conseguenza dell’aumento dei prezzi. In particolare, a differenza degli anni precedenti, i generi alimentari evidenziano una dinamica di spesa più elevata delle bevande (+6,7% contro il +4,3%), quest’ultime penalizzate dalla flessione del segmento del vino e degli spumanti. Con riferimento a quest’ultima contrazione, tuttavia, è opportuno sottolineare come nel 2022 si sia tornati alla sostanziale normalità nel consumo fuori casa e negli acquisti presso gli specializzati. L’analisi dei dati evidenzia come, a fronte dei pur importanti cambiamenti conseguenti all’incremento generalizzato dei prezzi, vi siano due categorie di cibo a cui non si intende rinunciare; quello più sobrio e di base (uova, pasta, pane, tonno, mele ecc.), da un lato, cui si aggiunge quello definito “di compiacimento” come le creme spalmabili +18%, i gelati +16%, i dolci da ricorrenza +14%, gli snack salati +12,9.I derivati dei cereali
Per il segmento dei derivati dei cereali, che pesa sullo scontrino per il 14,4%, l’incremento della spesa nel 2022 è dell’11,6% con una forte spinta data dal maggior costo delle materie prime farinacee di base. Malgrado il sensibile aumento dei prezzi di tutti i prodotti afferenti alla categoria i consumatori non hanno rinunciato a questi prodotti, inserendo nel carrello volumi invariati o spesso in aumento rispetto all’anno precedente. Esempio rilevante è quello del pane. Il prezzo del pane nel 2022 cresce del 12,9% rispetto al 2021, a causa dell’aumento dei costi energetici e delle materie prime (il prezzo del grano tenero nel 2022 ha infatti incrementato i valori rispetto all’anno precedente del 44,9%, raggiungendo a maggio il livello record di oltre 409 euro a tonnellata); malgrado ciò, i volumi nel carrello risultano in aumento del 4,9%. Per la pasta di semola la situazione si presenta analoga; nonostante il ritorno alle normali abitudini di consumo e la maggior frequentazione dei ristoranti, i volumi acquistati per il consumo domestico sono rimasti stabili malgrado l’evidente aumento dei prezzi. Il forte radicamento nelle abitudini di consumo, la flessibilità nell’utilizzo, la facilità di preparazione e, soprattutto il fatto di poter comunque fornire un piatto appetitoso e di buone capacità nutritive a un prezzo che rimane piuttosto limitato sono le caratteristiche che hanno reso piuttosto rigida la domanda di pasta rispetto al prezzo. Nel 2022, i prezzi della pasta sono cresciuti del 25% rispetto al 2021, comportando a parità di volume acquistato un importante aggravio sul portafoglio delle famiglie. Anche in questo caso va evidenziato che il prezzo del frumento duro - materia prima della pasta - è aumentato nel 2022 del 38% sul 2021, dopo il +32% già registrato nell’anno precedente. Solo per le farine si registra un lieve ridimensionamento dei volumi acquistati ma il fenomeno è da ricondursi più al fattore “tempo da spendere in casa” che all’aumento del prezzo, che comunque è stato forte (+17,5%), sempre in conseguenza degli aumenti dei prezzi delle materie prime.I grassi vegetali
La spesa per gli oli vegetali è quella che più risente dei rincari dei prezzi, con un complessivo +16,7% della spesa nel 2022, incremento sostenuto soprattutto dall’olio di semi (in particolare quello di girasole) che registra nel complesso un +34,1% della spesa combinazione di un +52% del prezzo medio e del -12% dei volumi acquistati. L’olio extra vergine di oliva invece con un aumento del prezzo medio del 14% assiste a un alleggerimento della presenza nel carrello del 6% in volume. Interessante invece l’incremento di interesse per il burro di arachidi che pur rappresentando ancora una nicchia (l’1% tra i grassi vegetali) registra nel 2022 un incremento della spesa del 45% che va a sommarsi al +43% del 2021 sul 2020.I vini e le bevande
Acqua e bevande analcoliche sostituiscono, nel carrello, vini e alcolici. Complici un’estate calda e la riapertura del “fuori casa”, sono in netta flessione gli alcolici nel carrello. A soffrire la contrazione soprattutto i vini che, con una flessione di spesa del 2,2%, vedono il carrello alleggerirsi del 6,7% in volume; in particolare per i Doc l’aumento del prezzo dell’8% si accompagna a una flessione dei volumi del 4,8%. Di contro, si registrano +3% in volume e +11% in valore per l’acqua in bottiglia e +5,2% in volume, +12,4% in valore per le bevande analcoliche. Lievi contrazioni di volume per la birra (-2,5%), a fronte di un aumento del prezzo che mediamente si aggiara attorno al 4%.
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