Rapporto Coop 2024: i consumi alimentari degli italiani tra risparmio e sostenibilità

Tra le ansie per gli equilibri internazionali, il cambiamento climatico che colpisce le materie prime e le ansie per il futuro: gli italiani del Rapporto Coop.

11 Sett 2024 - 14:26
Rapporto Coop 2024: i consumi alimentari degli italiani tra risparmio e sostenibilità

INDAGINI E RICERCHE - Torna, come ogni anno, il Rapporto Coop con le sue analisi sulla situazione internazionale e su come ansie e aspettative degli italiani si riflettano poi nelle abitudini di acquisto e consumo.

Il 2024 rappresenta un anno in cui le tensioni internazionali si sono acuite con un crescente numero di conflitti che riguardano gli stati democratici molto da vicino. L'aumento delle tensioni internazionali si riflette anche in Italia, infatti recenti sondaggi vedono una grossa fetta della popolazione (oltre la metà) favorevole alla reintroduzione della leva militare obbligatoria e all'intervento militare qualora richiesto dalla NATO.

Il cambiamento climatico è un'altra fonte di ansia per molti italiani. La nostra posizione geografica rende il Paese particolarmente vulnerabile agli effetti del riscaldamento globale, inoltre nei prossimi anni andremo sempre più incontro alla difficoltà nel reperimento delle materie prime.

Nonostante problemi e preoccupazioni per il futuro, l'economia mondiale dovrebbe crescere del 3,2% entro la fine del 2024, secondo le previsioni. 

Consumi: tra tendenza al risparmio e ricerca di prodotti sostenibili

Il Rapporto Coop 2024 evidenzia un’Italia sempre più inquieta. La fiducia nel futuro è in calo di 4 punti percentuali rispetto agli anni precedenti, mentre le paure sono in aumento (+11 punti rispetto al 2022).

Nonostante un recupero dei redditi, il potere d'acquisto degli italiani continua a essere vincolato da spese obbligatorie, con un focus crescente sul risparmio.

Anche sul fronte alimentare, gli italiani si mostrano più attenti a scelte sostenibili e salutari. Il 34% segue ancora la dieta mediterranea, ma crescono gli stili alimentari più innovativi, come le diete iperproteiche e il digiuno intermittente. La spesa alimentare, in particolare, è uno degli ambiti in cui gli italiani continuano a investire, con una previsione di aumento del 21%.

Sul cibo non si scherza

Dopo gli anni difficili dell’impennata dei prezzi, che aveva messo in profonda difficoltà gli acquisti degli italiani e la loro stessa identità alimentare, nel 2024 l’inflazione si azzera e i volumi del largo consumo tornano dopo quattro anni in positivo (+0,9% nel primo semestre 2024 rispetto al 2023).

Guardando ai soli canali iper, super e libero servizio nel primo semestre 2024 le vendite a volume sono state superiori a quelle del 2019 del 3,9%.

Il cibo rimane, anche nelle previsioni, l’unico comparto in cui tagliare la spesa è una opzione solo per una ristretta minoranza degli italiani; il 21% del campione dichiara che aumenterà la sua spesa contro il 10% che intende diminuirla. Tornano a crescere allo stesso modo il numero degli italiani che dichiara una identità alimentare (+6% sul 2023), non più una sola però ma molteplici.
Pur nel solco della tradizione, sono infatti molti gli italiani che si affrancano da un approccio troppo dogmatico e si aprono alla scoperta di nuovi stili alimentari; più esploratori che custodi. Se un italiano su 3 (34%) infatti privilegia ancora la dieta mediterranea, si affermano le diete ricche di proteine non animali ovviamente, con l’iperproteico (7% dei consumatori, +2%) sul 2023, e tutti quegli stili attenti al peso forma; quindi, crescono il fit sport (6%, +2%) e il digiuno intermittente (7%, +3%) senza tralasciare che rimangono pressocché stabili il flexitariano, il reducetariano e il climatariano. Prevalgono dunque a ben vedere gli stili orientati al benessere e alla sostenibilità. Da sempre, d’altronde il cibo è per noi italiani rispetto alla media europea più di un nutrimento fine a sé stesso e, vista la propensione attuale, non stupisce come i nostri connazionali siano ben più attenti a una alimentazione sana rispetto al resto degli europei. E sempre gli italiani sono anche gli unici, almeno a parole, a dirsi disposti a pagare di più per avere prodotti salutari.

Sempre di più la scelta del cibo passa dalla testa piuttosto che dalla pancia e questo spiega molte delle rinunce in atto. Una riscossa salutistica che non lascia a casa nemmeno il biologico ritornato dopo anni di appannamento tra i desiderata degli italiani: sono 24,8 milioni le famiglie già acquirenti con una penetrazione del 96,6% e 9,6 milioni gli italiani che nei prossimi mesi ne aumenteranno l’acquisto. Queste nuove sensibilità trovano una chiara avanguardia anche nell’approccio che le generazioni più giovani hanno nei confronti del cibo dove al pragmatismo nella ricerca del prezzo più basso (il 51% lo considera il fattore su cui basa la sua decisione di acquisto) si affiancano alternative più rispettose dell’ambiente (il 58% sceglie prodotti di stagione, il 39% privilegia freschezza e qualità). Sul versante dei comportamenti di acquisto, i prodotti a marchio del distributore (Mdd) e i discount continuano a rappresentare i migliori interpreti di questa nuova “saggezza” dei consumi. Nel primo semestre 2024 la Mdd raggiunge a volume il 38,2%% delle vendite totali del mercato con un incremento di 2,2% a valore e 2,4% a volume rispetto allo stesso periodo 2023, a fronte di una variazione dei prodotti di marca (TOP 20) del -0,5% a valore e -2,2% a volume. Allo stesso modo continua la crescita del discount che, anche grazie ad una continua espansione della rete di vendita, raggiunge il 23% di quota di mercato, con un incremento di circa 4 punti percentuali. rispetto al 2019.

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