Rischio zona gialla: cosa potrebbe succedere per il canale Horeca
Tra ipotesi zona gialla per alcune regioni e risalita dei contagi, sono molte le preoccupazioni per le attività del mondo horeca
Domani sarà un giorno cruciale per scoprire se alcune Regioni, come si è ipotizzato in questi giorni, sotto la spinta della risalita dei contagi passeranno in zona gialla. Uno scenario non roseo che mette in allarme cittadini, istituzioni locali e imprenditori del settore Horeca.
Nella giornata di oggi le Regioni presenteranno al Governo alcune proposte per evitare l’aggravarsi della situazione e cercare in qualche modo di non tornare a chiudere le attività: tra queste la possibilità di riattivare restrizioni in caso di peggioramento dei numeri unicamente per le persone non vaccinate, sul modello delle soluzioni già adottate in Austria. In questo caso, sarebbe limitato l’accesso anche a ristoranti e bar ed altre attività di svago come cinema, teatri e stadi.
In questa situazione, secondo un’analisi Coldiretti, sono a rischio anche i tradizionali cenoni di Natale e di Capodanno in circa 53mila ristoranti, trattorie, pizzerie e agriturismi situati in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Valle d’Aosta e della provincia di Bolzano, ovvero le regioni che con molta probabilità passeranno in zona gialla. In questo scenario si ritornerebbe per i gestori Horeca al limite massimo dei 4 posti a sedere per tavolo tra non conviventi.
"Il limite dei posti a tavola è una misura di sicurezza che – afferma la Coldiretti – ha ripercussioni sul bisogno di convivialità degli italiani ma pesa anche sugli incassi della ristorazione dopo le pesanti perdite subite negli ultimi tempi".
Una misura che rischia di pesare sulle decisioni dei 10 milioni di italiani che lo scorso anno hanno rinunciato a viaggiare nel periodo delle feste di fine anno per raggiungere parenti, amici o fare vacanze; inoltre, dice la Coldiretti, le regioni a rischio di cambio di colore sono importanti destinazioni del turismo invernale.
L’impatto negativo della reintroduzione della zona gialla si trasferisce a cascata sull’intera filiera, con la riduzione di acquisti di prodotti alimentari e vino dalle aziende agricole ma anche di addobbi floreali con il contenimento del numero di inviatati o addirittura il rinvio delle cerimonie. Senza dimenticare che un terzo della spesa turistica in Italia è destinato all’alimentazione con il cibo che rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio.
Compila il mio modulo online.