Russia: l'UE proroga le sanzioni. Preoccupazione per ulteriori danni alle esportazioni agroalimentari
L'UE rinnova le sanzioni nei confronti della Russia. Coldiretti teme una reazione, con un rinnovato stop all'importazione di prodotti agroalimentari made in Italy, da 7 anni in "black list"
Lo scorso 12 luglio il Consiglio dell'UE ha deciso di prorogare di altri 6 mesi - e cioè fino al 31 gennaio 2022 - le sanzioni economiche nei confronti della Russia, introdotte nel 2014 per la destabilizzazione dell'Ucraina.
Queste sanzioni hanno ovviamente provocato una reazione, con l'imposizione del divieto all’ingresso nel paese di frutta e verdura, formaggi, carne, salumi e pesce proveniente dall'Unione Europea.
Secondo una ricerca condotta da Coldiretti, nello specifico, le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Russia hanno preso 1,4 miliardi negli ultimi 7 anni a causa di questo embargo.
La nuova decisione del Consiglio - evidenzia Coldiretti - provocherà una nuova ritorsione da parte della Russia con la proroga dell’embargo dei prodotti agroalimentari deciso dal Presidente Putin e già più volte rinnovato. Una forte penalizzazione per il mercato agroalimentare nostrano e che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura.
L’inizio del disgelo tra Biden e Putin – continua la Coldiretti – aveva fatto sperare in una ripresa delle relazioni in un momento difficile per l’economia a causa della pandemia Covid.
Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge – continua la Coldiretti – la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy, realizzati in Russia come parmesan, mozzarella, robiola, o nei Paesi non colpiti dall’embargo come scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano, parmesan e gorgonzola di produzione Svizzera e parmesan o reggianito di origine brasiliana o argentina.
In difficoltà – conclude Coldiretti – anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali.
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