Stop al self check-in per motivi di sicurezza, le nuove regole per gli affitti brevi
Vietato il self check-in negli affitti brevi: identificazione solo di persona per garantire sicurezza e prevenire rischi legati a ospiti non verificati.
NORME E LEGGI - Il Ministero dell’Interno ha stabilito che, per gli affitti brevi, non sarà più possibile effettuare il check-in degli ospiti tramite modalità automatizzate o da remoto. La decisione, ufficializzata attraverso una circolare inviata alle Prefetture, pone l’accento sulla necessità di garantire la verifica diretta e personale dell’identità dei visitatori.
Le motivazioni della scelta
L’utilizzo di strumenti come cassette di sicurezza per chiavi o codici digitali, molto diffuso nelle aree turistiche, non soddisfa i requisiti di sicurezza richiesti dalla legge. Secondo il Ministero, questi sistemi possono creare situazioni in cui gli occupanti delle strutture non siano correttamente identificati.
Il provvedimento è stato adottato per contrastare il possibile utilizzo degli alloggi da parte di soggetti pericolosi o ricercati, un rischio reso più concreto dall’attuale contesto internazionale e dalla prossimità di eventi di grande rilievo, come il Giubileo del 2025.
Obbligo di verifica di persona
Con le nuove direttive, l’identificazione degli ospiti deve avvenire necessariamente di persona, al momento dell’arrivo nella struttura. Solo così sarà possibile garantire la corrispondenza tra il documento presentato e il suo portatore. Il mancato rispetto di questa procedura potrebbe compromettere l’efficacia dei controlli previsti dalla normativa, che richiede ai gestori di trasmettere tempestivamente i dati degli ospiti alle autorità competenti.
Cambiamenti in vista per le strutture turistiche
Questa misura interesserà tutte le tipologie di affitti brevi, compresi gli scambi di abitazioni. Anche in questi casi, i dati delle persone che occupano gli alloggi dovranno essere comunicati alle forze dell’ordine seguendo le procedure ordinarie.
Le Prefetture sono state incaricate di sensibilizzare i Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica su questo tema e di affidare alle Questure il compito di verificare che le strutture rispettino i nuovi obblighi.
Reazioni dal settore
Le reazioni degli operatori del turismo non si sono fatte attendere. Alcuni hanno accolto positivamente l’introduzione di regole più stringenti, considerate un passo avanti nella lotta all’abusivismo e al turismo illegale. Tuttavia, associazioni come l’AIGAB (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi) hanno espresso preoccupazione per l’impatto che queste misure potrebbero avere sui gestori professionali.
Il presidente dell’associazione ha sottolineato che molte piattaforme utilizzano già tecnologie avanzate di riconoscimento biometrico e autenticazione sicura, paragonabili a quelle impiegate in ambiti come il banking o il noleggio auto. Limitare l’uso di queste soluzioni potrebbe penalizzare il settore e disincentivare la sharing economy, senza necessariamente migliorare la sicurezza.
Verso un nuovo equilibrio
La questione evidenzia la necessità di bilanciare le esigenze di sicurezza con quelle del mercato turistico, un settore cruciale per l’economia italiana. Nei prossimi mesi, sarà fondamentale monitorare l’applicazione delle nuove regole e valutarne gli effetti, anche in vista di possibili aggiustamenti che tengano conto delle preoccupazioni degli operatori.
Con questa decisione, il Ministero intende proteggere sia i visitatori sia le comunità locali, garantendo che il turismo continui a svilupparsi in un contesto più sicuro e regolamentato.
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