Vino e salute: Signorvino rilancia il dibattito con uno studio scientifico

Signorvino promuove una ricerca scientifica sul consumo moderato di vino: lo studio mostra il suo apporto per il benessere psicologico e la salute cognitiva.

18 Dic 2025 - 12:18
Vino e salute: Signorvino rilancia il dibattito con uno studio scientifico

INDAGINI E RICERCHE - Signorvino, la più estesa catena italiana di enoteche con cucina, ha promosso un progetto scientifico che analizza il ruolo del consumo vario-moderato di vino nel mantenimento della salute lungo l'intero arco dell'esistenza. La ricerca, redatta dal professor Giovanni Scapagnini, Professore Ordinario di Nutrizione Clinica all'Università degli Studi del Molise, si concentra sul rapporto tra consumo regolare e consapevole di vino e alcuni indicatori dell'healthspan, come benessere psicologico, funzione cognitiva e salute cardiometabolica.

Il progetto nasce dall'esigenza di contestualizzare il consumo enologico in una prospettiva bio-evolutiva e culturale, superando visioni parziali fortemente sbilanciate sull'analisi del rischio. Negli ultimi anni, un approccio comunicativo improntato alla "demonizzazione del vino" ha generato incertezza tra consumatori e operatori, trascurando la complessità di ciò che il vino rappresenta nel modello alimentare mediterraneo.

Con questa iniziativa, Signorvino intende riportare al centro del dialogo una visione più equilibrata, in sintonia con il concept "Il gusto di sentirsi bene", lanciato durante Vinitaly 2025.

"Il recente riconoscimento della Cucina Italiana come Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità da parte dell'UNESCO evidenzia come cucinare e mangiare secondo le nostre tradizioni sia un'attività comunitaria che promuove inclusione sociale, benessere, trasmissione di saperi e convivialità. In questo contesto, il vino non è mai stato solo una bevanda, ma lo storico compagno della Dieta Mediterranea. Consumato in modo moderato e durante i pasti, il vino è parte integrante di quel rituale della tavola italiana che l'UNESCO ha appena consacrato come universale motore di benessere", ha dichiarato Federico Veronesi, Amministratore Delegato di Signorvino.

La storia del vino e il suo ruolo nella salute

La storia del vino inizia milioni di anni fa, quando i nostri antenati consumavano frutti fermentati naturalmente. Circa 10 milioni di anni fa nei primati compare una mutazione genetica nel gene ADH4 che rese l'enzima che metabolizza l'alcol fino a 40 volte più efficiente, favorendo il passaggio evolutivo dalla frutta fermentata alla fermentazione intenzionale del mosto d'uva. Questa capacità biologica è diventata nel tempo arte, rito e linguaggio culturale, plasmando non solo le culture mediterranee ma anche i geni e la salute delle popolazioni.

Nel Mediterraneo il vino è stato innanzitutto un linguaggio di convivialità: consumato in piccole quantità durante i pasti, ha favorito legami sociali e appartenenza al rito della tavola. L'UNESCO, descrivendo la Dieta Mediterranea, include proprio il mangiare in compagnia come elemento chiave di benessere. Il Seven Countries Study di Ancel Keys mostrava come il vino moderato ai pasti fosse parte integrante di un quadro alimentare associato a minori tassi di coronaropatia e mortalità.

Vino e salute: le evidenze scientifiche

Nei primi anni 2000, diverse coorti hanno confermato l'associazione tra pattern mediterranei, longevità e consumo moderato di vino rosso. Il modello MIND, nato nel 2015 per ridurre il declino cognitivo, includeva circa un bicchiere di vino al giorno perché nelle coorti di riferimento quel livello di consumo era associato a minor rischio di Alzheimer e declino cognitivo.

Un'analisi nel trial PREDIMED ha mostrato che un consumo moderato di vino (2-7 bicchieri a settimana) si associava a minore incidenza di depressione rispetto all'astensione, mentre consumi elevati aumentavano il rischio. Una revisione su Circulation (2017) ha concluso che l'assunzione bassa-moderata di alcol è coerente con minor rischio di coronaropatia.

Alla base di questi effetti vi sono sia l'alcol sia i componenti non alcolici. L'etanolo a dosi basse sembra esercitare effetti protettivi sul sistema cardiovascolare, aumentando il colesterolo HDL e riducendo l'aggregazione piastrinica. Il vino rosso è ricco di polifenoli (resveratrolo, quercetina, procianidine, antocianine) che mostrano proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

Una revisione sistematica su Cureus (2023) ha analizzato il consumo moderato di vino (circa 1 bicchiere al giorno nelle donne, 2 negli uomini), rilevando sistematiche riduzioni del rischio di mortalità generale, minore frequenza di demenza e declino cognitivo, HDL più alte e profili cardiometabolici favorevoli.

Il contesto oncologico

Sul piano oncologico, tutte le bevande alcoliche aumentano il rischio di vari tumori in modo dose-dipendente (colon-retto, mammella, esofago, fegato). Per il colon-retto si stima un incremento di rischio del 7% per ogni 10 g/die di alcol. Tuttavia, altri fattori dietetici mostrano incrementi comparabili o maggiori: gli insaccati registrano aumenti del 16% per 50 g/die, la carne rossa del 12% per 100 g/die, mentre diete ad alto carico glicemico aumentano il rischio del 20-30%.

La "parte buona" del vino coincide con il suo contesto mediterraneo: piccole quantità, con i pasti, in compagnia, all'interno di una dieta ricca di vegetali, legumi, cereali integrali e olio d'oliva. Il calice diventa un "condimento sociale" che rallenta il ritmo, favorisce la conversazione e trasforma il cibo in convivialità.

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