Cocktail bar: è tempo di esperienze immersive. Ecco cosa bisogna sapere

La mixology ormai non si limita più alla mera preparazione di un drink, al contrario è un mestiere articolato e complesso. È la somma del matrimonio tra scienza, arte e spettacolo. Lo scopo è “regalare esperienze immersive che coinvolgono tutti i sensi e trasformano la degustazione del cocktail in un’avventura indimenticabile”, spiega Giacomo Giannotti, titolare del Paradiso di Barcellona, quarto miglior cocktail bar al mondo nel 2023 e primo nel 2022. 
Di conseguenza, oggi si va alla ricerca di drink multisensoriali, esperienze immersive, realtà aumentata, eventi tematici, interazione e personalizzazione.

BARTENDER, ALCHIMISTI 3.0

I barman oggi usano preparati home made, padroneggiano tecniche innovative un tempo utilizzate solo in cucina come la sferificazione e il ghiaccio secco e puntano su presentazioni con effetto wow che stimolano la vista, l'olfatto e il tatto, oltre al gusto. Insomma, oggigiorno sono degli alchimisti 3.0.

ESEMPI DI ESPERIENZE IMMERSIVE

Quali sono le quattro esperienze immersive di successo più facilmente replicabili per regalare ai clienti momenti unici che coinvolgono tutti i sensi e rendono la degustazione di un cocktail un ricordo indelebile? Vediamole insieme. 

Cocktail multisensoriali

Per garantire un'esperienza di degustazione davvero unica c’è chi punta su cocktail che coinvolgono tutti i sensi con l’ausilio di elementi come il ghiaccio secco, la trasformazione della struttura della miscela (da liquido a ghiacciato, per esempio) o la fluorescenza, piuttosto che con l’aiuto di effetti sonori, di profumi o di bicchieri particolari. È la strategia di locali come Paradiso a Barcellona, Nottingham Forest a Milano e Drunk Bros a Catania. “I nostri cocktail vanno oltre il gusto: sono vere e proprie avventure. Ispirati ai personaggi e alle storie rappresentate dai bicchieri che li contengono, questi drink offrono un'esperienza indimenticabile”, spiega il titolare e bar manager del Drunk Bros di Catania Giovanni Di Pasquale, che possiede per il suo locale una vera e propria collezione di bicchieri tematici realizzati da artigiani locali, dalla spada laser di Star Wars al calice di luna di Sailor Moon fino alla mela avvelenata di Biancaneve.

Parole chiave: interazione e personalizzazione

Altri elementi fondamentali per rendere speciale l’esperienza sono l’interazione e la personalizzazione. Ci sono cocktail bar che non hanno la drink list in modo che gli avventori possano personalizzare il proprio cocktail sotto la guida del mixologist, rendendo la bevuta ancora più memorabile. Un esempio su tutti? Bohème a Catania.

One Night e One Week a tema 

Un’altra esperienza che coinvolge e sorprende gli ospiti sono gli eventi a tema con food, drink, musica e performance dal vivo coordinati attorno a un preciso leit motiv, come ha fatto per esempio Flores Cócteles a Milano con le serate a tema Cocktail e Cinema. 

La realtà aumentata 

Come avviene per le etichette degli spirits, anche i menù diventano interattivi. Sempre più popolare negli Usa, la drink list in realtà aumentata in Italia è ancora poco diffusa. Tra i primi a proporla è stato Iter, a Milano. Qui ogni pagina del menù cartaceo ha un codice che, una volta inquadrato dallo smartphone e grazie a un’apposita app, attiva un video dedicato alla zona dove i bartender hanno maturato l’idea di quel drink. Una scelta che consente di rendere ancora più coinvolgente l’esperienza del cliente e più immediato il rapporto tra i cocktail e il viaggio da cui sono nati.

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