Corte federale USA: illegali i dazi commerciali di Trump
La Corte d'appello degli Stati Uniti per il circuito federale ha dichiarato illegali i dazi Trump. Si attende la risposta della Casa Bianca.
ATTUALITÀ - La Corte d'appello degli Stati Uniti per il circuito federale ha emesso una pronuncia che dichiara illegali la maggior parte delle tariffe commerciali imposte dall'attuale amministrazione presidenziale. Il tribunale ha preso questa decisione con un margine di sette giudici favorevoli contro quattro contrari, aprendo la possibilità per ulteriori sviluppi legali nella politica commerciale statunitense.
Ambito delle misure dichiarate non conformi alla legge
La pronuncia giudiziaria tocca diverse categorie di imposte commerciali. I dazi "reciproci" applicati alla maggior parte delle nazioni mondiali risultano ora sotto scrutinio legale, insieme ad altre misure specificamente dirette verso Cina, Messico e Canada. I magistrati hanno respinto la giustificazione governativa che faceva riferimento a un atto di emergenza sui poteri economici, definendo tali misure "invalide in quanto contrarie alla legge".
Tempistiche di attuazione e possibili ricorsi
La sentenza non diventerà operativa prima del 14 ottobre, concedendo all'amministrazione un periodo per presentare eventuale appello presso la Corte Suprema degli Stati Uniti. Questo intervallo temporale rappresenta una fase procedurale per valutare i prossimi passi nelle politiche commerciali americane e nei rapporti economici internazionali.
Il presidente ha utilizzato la piattaforma Truth Social per esprimere il proprio disappunto verso la decisione giudiziaria. Trump ha definito la corte "fortemente faziosa" e ha sostenuto che mantenere questa sentenza "distruggerebbe letteralmente gli Stati Uniti d'America". Ha inoltre affermato che l'eliminazione delle tariffe rappresenterebbe "un disastro totale per il Paese" e renderebbe gli Stati Uniti "finanziariamente deboli".
Base legale utilizzata per l'imposizione delle tariffe
L'amministrazione aveva fondato la propria autorità sull'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA), una normativa che autorizza il presidente ad agire contro minacce considerate "insolite e straordinarie". Trump aveva dichiarato emergenza nazionale sul commercio, argomentando che gli squilibri commerciali danneggiassero la sicurezza nazionale americana.
I giudici hanno stabilito che l'imposizione di dazi non rientrava nel mandato presidenziale e che stabilire imposte rappresenta "un potere fondamentale del Congresso". La sentenza di 127 pagine specifica che l'IEEPA "non menziona né i dazi (o alcuno dei suoi sinonimi) né prevede garanzie procedurali che contengano chiari limiti al potere del presidente di imporre dazi". I magistrati hanno sottolineato che ogni volta che il Congresso intende delegare autorità tariffaria al presidente, lo fa utilizzando "termini inequivocabili come tariffa e dazio" o attraverso una struttura che chiarisca il riferimento alle tariffe.
A maggio, la Corte per il Commercio Internazionale con sede a New York aveva già dichiarato i dazi illegittimi. Questa decisione era stata sospesa durante il processo di appello, permettendo il mantenimento temporaneo delle misure commerciali contestate.
La pronuncia di venerdì non si limita ai dazi reciproci, ma include anche quelle imposte su Canada, Messico e Cina, che Trump considera necessarie per contrastare l'importazione di farmaci. Tuttavia, la decisione non tocca altre categorie di tariffe, come quelle su acciaio e alluminio, introdotte sotto una diversa autorità presidenziale.
Implicazioni per accordi commerciali esistenti
Prima della sentenza, gli avvocati della Casa Bianca sostenevano che invalidare i dazi avrebbe causato un crollo finanziario paragonabile a quello del 1929, evento che precedette la Grande Depressione. Questa argomentazione evidenzia l'importanza che l'amministrazione attribuisce alle misure commerciali per la stabilità economica nazionale.
La decisione giudiziaria riguarda anche gli accordi che alcune nazioni hanno stipulato con gli Stati Uniti per ridurre le tariffe doganali, con possibili implicazioni per i futuri rapporti commerciali bilaterali e multilaterali.
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