Crollano gli acquisti di ortofrutta e pesce, si preferisce il cibo low cost
Dal crollo degli acquisti di pesce, ortofrutta e latte alla corsa ai discount: come sta cambiando la spesa degli italiani al tempo dei rincari.
La riduzione della capacità di spesa da parte dei consumatori ha svuotato i carrelli, tagliando gli acquisti di pesce fresco del -31% e di ortofrutta del -10%, nonché di latte fresco -1%.
L'analisi Coldiretti tira le somme del potere di spesa degli italiani, che sempre di più si rivolgono ad una categoria di alimenti che potremmo definire "low cost", presenti nei discount, e che fanno un balzo del +9,7% nelle vendite in valore, il più elevato del dettaglio tradizionale.
Il risultato dei discount – sottolinea la Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Il cambiamento delle abitudini di spesa degli italiani preoccupa anche in vista del Natale, come dimostra il fatto che le offerte del Black Friday (in vigore a partire da venerdì 18 novembre per tutto il weekend e in alcuni casi ancora in corso) si sono estese anche ai prodotti alimentari.
Gli italiani, secondo l'analisi Coldiretti, sono costretti a spendere di più per acquistare meno prodotti alimentari, con la spesa che sale del 4,4%, mentre si alleggerisce il carrello in termini di quantità con riduzioni che coinvolgono tutte le categorie merceologiche.
Alla spesa alimentare viene destinato circa il 20% del totale della spesa familiare per un valore medio stimato dalla Coldiretti pari a 520 euro al mese a famiglia nel 2022 per effetto dell’inflazione e dei rincari energetici. Gli italiani vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.
Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne, dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività e più di un terzo lavora con reddito negativo per colpa dei rincari.
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