DL Sostegni: le perplessità di Fipe e ANBC
Dopo l'approvazione del DL Sostegni da parte del governo Draghi, Fipe e ANBC esprimono perplessità sui provvedimenti previsti per il mondo horeca
Lo scorso 19 marzo il Governo Draghi ha approvato il nuovo Decreto Legge Sostegni per fronteggiare la crisi causata dall'emergenza sanitaria. Molte le perplessità per i sostegni previsti al comparto Horeca.
Secondo simulazioni prodotte dall’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici il ristorante tipo che nel 2019 fatturava 550mila euro e che nel 2020, a causa degli oltre 160 giorni di chiusura imposti dalle misure di contenimento della pandemia da Covid, ha perso il 30% del proprio fatturato, 165mila euro, beneficerà di un contributo una tantum di 5.500 euro.
Poco cambia per un bar tipo. Chi nel 2019 fatturava 150mila euro e ne ha persi 25mila a causa delle restrizioni, avrà diritto a un bonus di 1.875 euro, il 4,7% della perdita media mensile.
“Il decreto Sostegni era certamente necessario, ma è evidente quanto non possa essere considerato sufficiente. Da settimane si parlava di aiuti perequativi, selettivi, adeguati e tempestivi e questi aggettivi non descrivono le misure proposte - ha dichiarato il presidente della Fedazione, Lino Enrico Stoppani -. Innanzitutto, la coperta del sostegno a famiglie e imprese è evidentemente troppo corta per la platea che si propone di aiutare: settori come la ristorazione sono stati messi letteralmente in ginocchio dalla gestione dell’emergenza e i limiti imposti sulla perdita di fatturato o sui massimali erogabili hanno effetti perversi sul sostegno alla parte più sana della nostra economia. Bastano due esempi: ci si lamenta del nanismo delle imprese italiane e poi si mette un limite di 10 milioni di fatturato per accedere ai sostegni; e ancora: si dichiara che i contributi sono calcolati sulla perdita di fatturato annuo, ma in realtà si indennizza una sola mensilità media. C’è la spiacevole sensazione di voler aggirare il problema. Il punto è che bisogna uscire immediatamente dall’ottica di breve periodo e mettere in piedi un piano di ripartenza che garantisca il diritto al lavoro e non sottoscriva semplicemente il dovere di stare chiusi. Serve un progetto che dia una prospettiva di futuro reale alle imprese e non solo un sostegno temporaneo, che appare oggi una fragile stampella.”
Delusione e preoccupazione: sono queste le reazioni che arrivano invece dal mondo del banqueting e catering:
“Il primo DL del nuovo Governo Draghi, sul quale abbiamo riposto tanta fiducia, si è rivelato fonte di cocente delusione. In questo decreto ci sono solo da salvare l’estensione del sostegno alle imprese fino a 10 milioni di fatturato e il prolungamento degli ammortizzatori sociali. Questi sono provvedimenti che vanno nella giusta direzione. Ma gli elementi positivi si fermano qui: il sostegno economico è ampiamente insufficiente a fronte di aziende ferme da 12 mesi e con perdite fatturato del 90%. Le nostre imprese hanno bisogno che sia prolungato il credito d’imposta sugli affitti per tutto il 2021, che sia applicata anche per i finanziamenti fino a 800mila euro la possibilità di ammortamento a 15 anni e 48 mesi di preammortamento come già fatto per i finanziamenti fino a 30mila euro.
Inoltre, il calcolo del sostegno basato sulla perdita di fatturato fra 2019 e 2020 sulla mensilità media è assolutamente ridicolo, almeno che sia calcolato sull’intero anno e che tenga conto dei costi fissi!” Questo il duro commento di Paolo Capurro, Presidente di ANBC, Associazione Nazionale Banqueting e Catering.
“Abbiamo accettato – è la sconsolata conclusione di Capurro – senza protestare e con spirito civile ogni imposizione di chiusura, anche se non eravamo d’accordo. Ci siamo accollati investimenti significativi per trovare soluzioni che ci permettessero di continuare a lavorare in condizioni di sicurezza sanitaria, ma è stato tutto inutile: siamo fermi da un anno. E questo provvedimento del Governo dovrebbe soddisfarci? Era ben altro il cambio di passo che ci saremmo aspettati dal Professor Draghi.”
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