Fao: ogni anno sprecati il 50% di frutta e ortaggi
Ogni anno è sprecato il 50% di frutta e ortaggi e circa il 25% di tutta la carne prodotta, equivalente a 75 milioni di mucche, non viene consumata.
A rendere note queste cifre è la Fao (Food and Agriculture Organization of the United Nations) che da contraltare pone l'altrettanto incredibile dato che nel mondo una morte su cinque è da associarsi alle diete alimentari di scarsa qualità.
La Fao esorta i politici per tanto a concentrarsi su queste tematiche e a dare priorità alla riduzione della perdita e dello spreco alimentare al fine di migliorare l'accesso a cibo nutriente e sano.
I dati sono contenuti nel rapporto 'Prevenire la perdita e lo spreco di nutrienti attraverso il sistema alimentare: azioni politiche per diete di alta qualità' redatto dal Global Panel on Agriculture and Food Systems for Nutrition in collaborazione la Fao.
Il rapporto fa notare che alimenti come frutta, verdura, semi, noci, latticini, carne e pesce sono ricchi di sostanze nutritive, ma sono anche altamente deperibili e quindi vengono facilmente sprecati.
Le diete di cattiva qualità, inoltre, rappresentano per la salute pubblica una minaccia maggiore della malaria, della tubercolosi o del morbillo.
L'obiettivo della Fao è rendere accessibili e disponibili al maggior numero di persone possibili alimenti freschi e ricchi di nutrienti; il rapporto, ad esempio, propone una serie di azioni politiche nell'intero sistema alimentare: educare le parti interessate; porre l'attenzione sui cibi deperibili; migliorare le infrastrutture pubbliche e private; incoraggiare l'innovazione e colmare la mancanza di dati e le lacune di conoscenza sulle perdite e sui rifiuti alimentari.
Nei paesi a basso reddito il cibo va per lo più perduto durante la raccolta, lo stoccaggio, la lavorazione e il trasporto, mentre nei paesi ad alto reddito il problema è uno spreco a livello di vendita al dettaglio e di consumo. "Ridurre la perdita e lo spreco di alimenti nutrienti - sottolinea la Fao- potrebbe quindi produrre sostanziali benefici per la salute. Fornirebbe anche rendimenti economici, in quanto il valore del cibo perso o sprecato è stimato annualmente in 1 trilione di dollari. Mangiare maggiori quantità di cibo già prodotto eviterebbe anche lo spreco di acqua, terra ed energia che sono serviti per la loro produzione".
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