Il cibo del futuro: meno proteine animali, cacao e caffè sempre più rari

Cambiamento climatico e attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale modificheranno le nostre diete. Uno sguardo sul futuro dall'Osservatorio Cirfood.

17 Dic 2024 - 11:22
Il cibo del futuro: meno proteine animali, cacao e caffè sempre più rari

INDAGINI E RICERCHE - Il team di professioniste e professionisti dell'Osservatorio CIRFOOD DISTRICT, supportato da prestigiosi Istituti di ricerca, è nato per monitorare i cambiamenti e i nuovi bisogni di consumatori e consumatrici. Dal suo impegno è nato l’eBook CIBO2050.

Il lavoro, frutto della collaborazione di 15 esperti, esplora i possibili scenari futuri dell’alimentazione, analizzando come demografia, tecnologia, salute e sostenibilità influenzeranno la nutrizione e i sistemi di produzione e consumo entro il 2050. L'obiettivo è comprendere come evolveranno i cibi, i prodotti e l'interazione tra uomo, cibo, pianeta e tecnologia.

Come impresa che ogni anno serve oltre 100 milioni di pasti, abbiamo la responsabilità di comprendere i cambiamenti della società e di rispondere ai nuovi bisogni di consumatrici e consumatori, soprattutto in uno scenario complesso e fortemente influenzato da mutamenti climatici, demografici e tecnologici che modificano in modo repentino il contesto in cui viviamo” afferma Daniela Fabbi, Direttore Comunicazione e Marketing di CIRFOOD. “CIBO2050, grazie ai contributi di 15 autorevoli voci, evidenzia i possibili scenari futuri del cibo e le sfide che tutto il sistema deve cogliere per garantire, a livello globale, un accesso equo e sostenibile al cibo. Il legame tra clima, nutrizione e salute è evidente e da CIBO2050 emerge come questa connessione debba guidare le scelte future di imprese, istituzioni e di tutta la società, nel suo complesso”. 

Cosa mangeremo nel 2050?

Dalla pubblicazione emerge una coerenza di visioni in merito alle direzioni che prenderà il cibo nei prossimi decenni, evidenziando il ruolo cruciale che avrà l’educazione alimentare per le scelte di consumatrici e consumatori. Nella nostra alimentazione si faranno sempre più spazio prodotti semplici, con un’attenzione preponderante verso una dieta più sostenibile, anche Plant Based, ma pur sempre mediterranea: si andrà incontro a piatti a base vegetale e proteine alternative, come legumi o novel food come alghe, piante che, in modo bilanciato, concorreranno ad implementare abitudini di consumo sane e a impatto positivo sull’ambiente e la salute delle persone. Inoltre, grazie alle numerose innovazioni tecnologiche (dalla fermentazione di precisione alla nutraceutica, fino alla nutrigenomica), sarà possibile creare alimenti con determinate caratteristiche, personalizzati e quindi più funzionali al nostro benessere e più idonei ai fabbisogni di ciascuna persona. 
Proprio il benessere sarà l’elemento verso cui si muoverà l’alimentazione grazie all’approccio “Food as Medicine”, che vede nel cibo una fonte di salute e prevenzione primaria. 

Cosa non mangeremo più nel 2050?

Sulla nostra tavola del futuro, non vengono immaginate pillole e beveroni. I contributi raccolti nel saggio evidenziano che l’alimentazione globale prevederà sempre meno proteine di origine animale (carne e latticini), anche grazie ad una maggiore consapevolezza sugli impatti degli allevamenti intensivi. Inoltre, consapevoli dei rischi legati ad un’alimentazione poco equilibrata e scarsa di nutrienti, chi consuma escluderà sempre di più dalle diete cibi ultra-processati, ricchi di zuccheri e il junk food. Al contempo, la nostra alimentazione dovrà fare i conti con i cambiamenti climatici e le conseguenze che questi avranno sulle coltivazioni, sulla stagionalità dei prodotti e sui sistemi di produzione. Molti esperti – ad esempio – prevedono che potremmo dover rinunciare ad alimenti quali cacao e caffè così come li conosciamo oggi, a causa degli eventi meteorologici estremi e all’insostenibilità economica e ambientale di queste filiere. Tuttavia, gli esperti rassicurano: caffè e cacao non spariranno dalla nostra alimentazione grazie al ricorso a pratiche di coltivazione più sostenibili o all’uso di altre piante, come i carrubi nel caso del cacao per produrre il tanto amato cioccolato. 

Dove e come mangeremo nel 2050?

Tirando le fila sulle maggiori tendenze al 2050, le contributor e i contributor confermano l’importante valore sociale e aggregativo del cibo che, sempre più, rappresenterà l’occasione per rafforzare i legami con le persone, con la famiglia e la comunità di riferimento. Ma non solo. L’alimentazione sarà, inoltre, leva per arricchire le nostre tradizioni, grazie a contaminazione di idee e gusti generati dai flussi migratori. La cucina sarà sempre il luogo dove sperimentare e vivere in maniera conviviale il rapporto con l’altro. 
Allo stesso tempo, i ristoranti, i locali e le mense si evolveranno con le esigenze dei consumatori in chiave tecnologica e sostenibile: attraverso format altamente esperienziali e connessi, con offerte alimentari trasparenti e personalizzate. Sarà, infatti, importante approfondire tutte le potenzialità del metaverso, il quale potrebbe consentire un consumo fuori casa diverso, più consapevole rispetto all’attualità. Infine, in futuro si potrà accedere a un livello di informazioni ancor più dettagliato su ciò che mangiamo, che consentirà di conoscere in tempo reale la freschezza degli alimenti, le specifiche nutrizionali e la tracciabilità, grazie ad un approccio definito “cibo connesso”.

All’interno della pubblicazione, alcuni contributi sono stati dedicati alla necessaria revisione dei sistemi di produzione agricoli: dall’agricoltura di precisione, all’agroecologia passando per la necessità di avviare processi rigenerativi dei terreni, per evitare la desertificazione, è indispensabile ripensare tutto il sistema agricolo per far fronte alle esigenze nutrizionali di 10 miliardi di persone che popoleranno la Terra nel 2050.

L’obiettivo di CIRFOOD attraverso il Saggio CIBO2050 vuole essere quello di esplorare il futuro e indirizzare l’attività di progettazione del CIRFOOD DISTRICT (il centro di ricerca e innovazione di CIRFOOD) per trovare nuove soluzioni orientate al miglioramento dei modelli alimentari e dei servizi a essi connessi, partendo dalle necessità delle comunità. Con lo scopo ultimo di assicurare, anche in futuro, un’alimentazione accessibile, sostenibile, personalizzata e che sia parte integrante del sistema di welfare ed educativo del Paese. 

Chi ha contribuito a CIBO2050

Marco Annoni - Coordinatore del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi; David Israel Bassani - General Partners, Maia Ventures; José Luis Cabañero Gutiérrez - Fondatore e CEO Eatable Adventures; Romina Cervigni - Biologa nutrizionista e Responsabile Scientifico di Fondazione Valter Longo; Sharon Cittone - Fondatrice e CEO di Edible Planet Ventures; Alex Davisson - Plug&Play Ventures; Alessandra De Rose – Professore ordinario di Demografia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; Marco Frey - Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Comitato Scientifico CIRFOOD DISTRICT; Andrea Galassi - General Partners, Maia Ventures; Guendalina Graffigna - Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona, Comitato Scientifico CIRFOOD DISTRICT; Antonio Grifoni - Plug&Play Ventures; Luigina Mortari - Università degli Studi di Verona, Comitato Scientifico CIRFOOD DISTRICT; Andrea Pezzana - Università di Torino e UNISG, Comitato Scientifico CIRFOOD DISTRICT; Sara Roversi - Presidente Future Food Institute; Claudia Sorlini - Professoressa emerita dell’Università degli Studi di Milano .

CLICCA QUI E SCARICA L'EBOOK: osservatorio.cirfood-district.com/cibo2050

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