Le proteste contro sugar e plastic tax
Oltre 200 tra operai, manager, dipendenti e imprenditori dell’industria delle bevande analcoliche si sono riuniti mercoledì 4 dicembre davanti a Montecitorio per manifestare la loro contrarietà verso sugar e plastic tax, due tasse che penalizzano un intero comparto con danni soprattutto per i produttori e per i lavoratori.
Il giorno successivo, inoltre, per manifestare il loro dissenso oltre 60 aziende si sono fermate in segno di protesta mentre le industrie trasformatrici di materie prime che fanno capo a Unionplast e le aziende aderenti a Mineracque (circa 130) hanno organizzato degli incontri formativi negli stabilimenti per spiegare ai lavoratori le motivazioni che stanno alla base della presa di posizione dell’intera filiera colpita dalle nuove accise nei confronti del Governo.
Vittorio Cino, Presidente di ASSOBIBE ha così spiegato le principali ricadute sul comparto beverage e le motivazioni dietro le proteste dei scorsi giorni: “Queste misure produrrebbero un aumento medio dei costi di produzione del 20%, una stangata ingiusta e non sostenibile in un periodo di stagnazione economica – ha affermato. “Aumentare la pressione fiscale su imprese che generano valore economico e sociale va in direzione contraria rispetto alle esigenze del Paese perché frena la competitività, blocca gli investimenti e aumenta le incertezze, in un mercato che ha registrato un calo dei volumi del 25% in 10 anni. Manifestiamo perché imprese e lavoratori meritano attenzione e rispetto, scelte informate e consapevoli. Serve un approfondimento: poiché il Governo giudica l’impatto di queste misure di lieve entità chiediamo di avviare un tavolo di confronto, come fatto per altri settori e come dovrebbe avvenire in un Paese che non considera l’impresa un problema, ma ne riconosce il ruolo sociale annunciato in Costituzione. Se un litro di bevanda analcolica è già gravata del 22% di IVA, come si può pensare di prendere un ulteriore 28% con una nuova tassa sulla produzione?”
Anche Federalimentare ha espresso il proprio sostegno alle aziende del comparto attraverso le parole del suo presidente Ivano Vacondio: “Diamo il massimo sostegno alla manifestazione di Assobibe. La manifestazione rappresenta un’ovvia conseguenza della sugar tax inserita in manovra che colpirà una singola categoria di prodotti per presunti danni alla salute pubblica, non sostenuti da solide evidenze scientifiche. Le ripercussioni saranno molto pesanti sia in termini di riduzione del gettito fiscale, sia in termini sociali, con rischi di delocalizzazione di alcune produzioni con inevitabili effetti sull’occupazione. Una tassa di scopo che va contro quello che da sempre ripetiamo e cioè che non esistono cibi sani e cibi insalubri ma solo diete equilibrate e non equilibrate e che ogni cosa può essere assunta nella giusta quantità“.
Dopo le proteste dell'industria e dei lavoratori, e a seguito di un vertice di 14 ore, il Governo ha cambiato le carte in tavola: la sugar tax partirà ad ottobre 2020 mentre l'impatto della plastic tax viene ridotto dell'85% con entrata in vigore a luglio 2020; degli accorgimenti, ha dichiarato il Premier Conte, arrivati a seguito delle perplessità degli imprenditori e volute dal Governo per permettere alle aziende di adeguarsi alla nuova fiscalità.
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