Miele: dalle cooperative la proposta di un'associazione nazionale per la tutela e la promozione
Andamento molto negativo per la stagione di miele italiano che quest’anno vedrà una riduzione della produzione di oltre il 40%, con punte del 70% in alcune zone.
Le produzioni a maggiore marginalità, a partire dall’acacia, sono quelle che registrano i cali più significativi. Questo il quadro delle previsioni realizzate da Alleanza Cooperative Agroalimentari, per il quale la causa principale delle mancate produzioni è da imputare ai cambiamenti climatici in corso, con andamenti stagionali irregolari, temperature primaverili basse e ripetuti fenomeni piovosi, o di vento forte e inondazioni, che hanno fortemente condizionato l’attività di bottinatura delle api.
“In Italia - ha spiegato il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri - esistono rappresentanze degli apicoltori, dei produttori di api regine, dei produttori di pappa reale, delle cooperative apistiche, ma ad oggi non esiste una struttura dedicata alla valorizzazione del prodotto principale dell’attività: il miele. Si tratta di una esigenza forte, ben identificata ma finora non soddisfatta, che andrebbe colmata attraverso la costituzione di una Associazione Nazionale per la Tutela e la Promozione del Miele a cui potranno aderire tutti gli enti che a vario titolo rappresentano il settore apistico italiano."
La proposta è stata avanzata nel corso di un’iniziativa svoltasi a Roma alla presenza del sottosegretario al Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Alessandra Pesce. L’iniziativa ha fatto il punto sui risultati del progetto triennale “Miele in cooperativa”, svolto nell’ambito del Piano apistico nazionale finanziato dal Mipaaft con risorse comunitarie e realizzato dalla società di servizi cooperativa Agri Rete Service. Nei tre anni di attività sono stati svolti 19 seminari e convegni in sei regioni italiane su tematiche tecniche relative al mondo apistico, che hanno coinvolto complessivamente oltre 2.500 apicoltori.
“Il settore apistico sta registrando un’inversione di tendenza rispetto al passato – ha spiegato il presidente Mercuri – con una significativa crescita delle aziende apistiche con partita IVA e con una gestione a finalità economica, rispetto agli apicoltori per autoconsumo (gli amatoriali). Sulla rilevanza economica del comparto spesso non si riflette adeguatamente: un dato significativo è ad esempio quello del valore del servizio di impollinazione fornito dagli insetti pronubi, che è stimato in circa 1 miliardo e mezzo di euro all’anno. Una percentuale pari a circa l’80% delle piante agrarie nel nostro Paese riceve benefici dalla impollinazione”.
Dati del settore
In Italia operano 51.578 apicoltori per oltre 1,4 milioni di alveari (fonte Ismea, Report 2019). La produzione di miele ufficiale secondo le rilevazioni dell’Istat è di circa 8.000 tonnellate, per un valore di circa 61 milioni di euro. L’Italia è il quarto paese dell’Unione europea per dimensioni del settore, dopo Spagna, Romania e Polonia. La produzione di miele italiano è ampiamente sottostimata poiché i dati Istat non tengono conto della configurazione particolare del settore: sono assai numerosi infatti gli alveari condotti da aziende non agricole, così come ampia è la produzione domestica con relativa vendita diretta. Secondo le stime dell'Osservatorio nazionale sul miele, la produzione di miele si attesterebbe su oltre 23,3 mila tonnellate totali. Va evidenziato che il settore sta registrando un’inversione di tendenza rispetto al passato con una significativa crescita delle aziende apistiche (con partita IVA e, dunque, con una gestione a finalità economica) rispetto agli apicoltori per autoconsumo (gli amatoriali). Alleanza Cooperative Agroalimentari associa e rappresenta oltre 7.500 aziende apistiche per un numero complessivo di 395.000 alveari. La produzione media è di 4.000 tonnellate annue, pari al 50% della produzione rilevata dall’Istat.
Compila il mio modulo online.