Mixology trend: il futuro è più green con i cocktail sostenibili
Non è una moda ma un cambio di rotta. Ecco una panoramica della mixology sostenibile in Italia, dove la tradizione incontra l'innovazione con drink stagionali
Anno dopo anno in Italia cresce il numero di locali che abbracciano pratiche green: non si tratta di una moda passeggera, quanto piuttosto di un movimento che riflette un cambiamento culturale destinato a rafforzarsi. “Di recente l'Italia ha visto una significativa evoluzione nel campo della mixology sostenibile. Una trasformazione che è figlia di una più condivisa consapevolezza riguardo agli impatti ambientali dell'industria dei cocktail, nonché del desiderio di preservare le risorse del Paese”, osserva Cesar Araujo, bar manager di BoB Milano.
PRATICHE SOSTENIBILI
Che cosa significa essere green, però, a livello concreto? Dipende: si parte dall'utilizzo di ingredienti locali e di stagione per arrivare all'impiego di materiali riciclabili o compostabili. Così per esempio erbe, frutti e spezie del luogo spesso diventano protagonisti di cocktail originali che raccontano la storia del territorio.
KM 0
“L'uso di materie prime locali e stagionali non solo sostiene le economie locali ma riduce anche l'impronta carbonica associata al trasporto degli ingredienti”, spiega Davide Ruju, consulente e bar manager che sta per lanciare una bar station mobile realizzata con materiali riciclati.
BIOLOGICO E DI STAGIONE
“La scelta di ingredienti bio e i menù stagionali si allineano a questa filosofia”, aggiunge Luca Maffei, chef del restaurant cocktail bar Tabasco a Calcinaia (Pisa) che per i piatti in carta usa quasi solo frutta e verdura del suo campo a pochi chilometri dal locale.
DIALOGO TRA BAR E CUCINA
Inoltre, nell’epoca della sostenibilità si diffonde la pratica di riutilizzare gli scarti della cucina per creare cocktail inediti. Un approccio che permette non solo di ridurre gli sprechi ma anche di scoprire un mondo di sapori unici e inaspettati, arricchendo l’esperienza del bere. “Rispetto solo a qualche tempo fa, sicuramente oggi è più diffuso l'uso degli scarti della cucina nei cocktail. E non mi riferisco solo a frutta e verdura. Per esempio, pane e brioche avanzati possono essere tostati e infusi in alcool per creare un liquore con note di malto e caramello, simile al whisky, o per dare corpo ai drink creando così cocktail cremosi, con una texture particolare”, spiega Martina Bonci, bar manager di Gucci Giardino 25, il bar di Gucci Osteria a Firenze. Che tra le altre miscele, nel primo menù creato per il locale, aveva proposto il mocktail (drink senza alcol) 1921, omaggio all’anno di fondazione di Gucci. “Un cocktail con lampone, barbabietola, limone e un distillato analcolico dalla forte componente speziata che si sposa alla perfezione con l’acidità del frutto rosso e la dolcezza della barbabietola”, chiarisce.
COMPOSTAGGIO ET SIMILIA
La sostenibilità passa anche dal contenimento e dalla gestione dei rifiuti. Tra le prove concrete di un impegno fattuale a favore della riduzione dell'impatto ambientale, il compostaggio degli scarti organici e la riduzione dell’uso della plastica.
LOW E ZERO ALCOL
In questo scenario dilaga anche la proposta di cocktail analcolici o a ridotto contenuto alcolico che rispondono alla maggiore attenzione verso un'alimentazione sana e sostenibile.
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