''Pizza, una questione di famiglia'': il nuovo progetto di Enzo Coccia con i figli tra gusto e solidarietà

Pizza e famiglia protagoniste con Enzo Coccia: tre cene con Oliva, Bachetti e Police per celebrare Napoli, i suoi sapori e la solidarietà

30 Sett 2025 - 11:23
''Pizza, una questione di famiglia'': il nuovo progetto di Enzo Coccia con i figli tra gusto e solidarietà

PIANETA PIZZA - È partito il 29 settembre 2025 il ciclo di cene-evento “Pizza, una questione di famiglia”, il format ideato da Enzo Coccia insieme ai figli Marco e Andrea, che fino a novembre trasformerà la Pizzeria La Notizia 94 di Napoli in un palcoscenico dedicato al valore della pizza come eredità familiare. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di sottolineare la trasmissione di saperi, emozioni e identità da padre a figlio, così come accade in molte storiche famiglie di pizzaioli, amiche e protagoniste di questo progetto. 

Tre serate, tre famiglie storiche

Il programma, aperto al pubblico, prevede tre appuntamenti che vedranno i Coccia dialogare con altrettante famiglie di pizzaioli. Ad aprire il ciclo, lo scorso 29 settembre, è stato l’incontro con Ciro Oliva della pizzeria Concettina ai Tre Santi, affiancato dal padre Antonio. 

Seguirà, il 13 ottobre, la serata con Attilio Bachetti della storica pizzeria Da Attilio alla Pignasecca, insieme al figlio Mario. Infine, il 10 novembre, toccherà a Pierluigi Police della pizzeria ’O Scugnizzo di Arezzo, che sarà accompagnato dal figlio Gennaro.

In ciascun appuntamento, le famiglie ospiti presenteranno le loro pizze iconiche, a cui faranno eco le proposte dei Coccia, dando vita a un dialogo che intreccia generazioni, tradizioni e territori diversi.

Il debutto con gli Oliva

La prima serata ha visto il confronto tra i Coccia e gli Oliva, quarta generazione di pizzaioli che ha trasformato la pizzeria nel cuore della Sanità in un punto di riferimento internazionale, anche grazie a progetti sociali come la celebre “Pizza sospesa”.

In tavola, tra le altre, la Pacchianella nel rutiello degli Oliva, con pomodoro San Marzano Dop, pomodorini del Piennolo Dop, olive nere, capperi, alici, origano e aglio di Napoli, e la Pizza bianca dei Coccia, con mozzarella di bufala Campana Dop, tartufo di San Pietro a Pettine, olio DOP Colline Salernitane e Parmigiano Reggiano 24 mesi. Ad accompagnare la cena, i vini di Ca’ del Bosco, partner della rassegna. (foto 2 e 3)

Ma l’appuntamento non è stato solo un viaggio nel gusto: parte del ricavato è stato devoluto all’associazione S.O.S. Sostenitori Ospedale Santobono ETS, che sostiene lo storico ospedale pediatrico di Napoli con progetti dedicati ai piccoli pazienti e alle loro famiglie.  

Le prossime date

Il 13 ottobre sarà la volta di Attilio Bachetti, erede di una pizzeria fondata nel 1938, che con il figlio Mario presenterà la pizza Profumi d’Autunno, a base di crema di finocchio, aglio nero, fiordilatte e finocchietto fresco. I Coccia risponderanno con una focaccia con crema di zucca, mozzarella di bufala Campana Dop e ventricina abruzzese. I vini in abbinamento saranno i Trento Doc Dolomis.

Il 10 novembre chiuderà il ciclo Pierluigi Police, insieme al figlio Gennaro. Le loro proposte racconteranno l’incontro tra tradizione meridionale e territorio toscano, con la pizza Marfisa (fior di latte, cavolo nero, lardo di grigio del Casentino, crema di aglio dolce). I Coccia proporranno invece la Ciropedia (mozzarella di bufala Campana Dop, ricotta di bufala, blu di bufala, salsiccia, rucola e pecorino romano). In abbinamento, le bollicine di Barone Pizzini (Franciacorta).

Una questione di famiglia

Per Enzo Coccia, l’essenza del progetto è racchiusa in tre ingredienti fondamentali: amore per il proprio lavoro, rispetto della tradizione e desiderio di crescere.

«Amiamo profondamente ciò che facciamo – racconta – e servire i nostri clienti è una gioia quotidiana. La pizza, a Napoli, è un’eredità che si tramanda da secoli di padre in figlio ed è parte della nostra identità cittadina. Non si tratta solo di dimostrare quanto siamo bravi, ma soprattutto di mostrare quanta cultura portiamo con noi, non soltanto gastronomica. Come diceva Benedetto Croce, un artigiano lavora con la testa, con il cuore e con le mani: è questo l’approccio che dobbiamo avere verso il nostro mestiere».

Per Coccia la pizza è anche un simbolo universale di inclusione: «A New York come a Shanghai, resta la stessa: un cibo democratico, capace di unire chi ha cinque euro in tasca e chi ne ha trenta. È un gesto di fratellanza che parla a tutti. In fondo, come ricorda una canzone di De Gregori, la storia siamo noi: la storia siamo padri e figli».

Con queste parole, il progetto “Pizza, una questione di famiglia” si conferma viaggio tra sapori e storie ma soprattutto manifesto di identità, passione e solidarietà.

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