Dai bar del Piemonte al cielo di Hong Kong: Pietro Rizzo e la strategia globale dei 50 Best

Intervista di Nicole Cavazzuti a Pietro Rizzo, Head of Partnership dei 50 Best Bars, al party di chiusura all’Ozone, il bar più alto di Hong Kong

20 Ottobre 2025 - 15:54
Dai bar del Piemonte al cielo di Hong Kong: Pietro Rizzo e la strategia globale dei 50 Best
credits foto: Nicole Cavazzuti


BAR, MIXOLOGY E COCKTAIL -
Lo incontriamo sospesi tra le nuvole, al 118° piano dell’International Commerce Centre di Hong Kong, nel locale che tocca letteralmente il cielo: l’Ozone, il rooftop bar più alto della città e uno dei più alti al mondo. È il closing party dei The World's 50 Best Bars 2025, e qui, in cima all’Asia, Pietro Rizzo si muove con disinvoltura tra ospiti internazionali, bartender da cinque continenti, manager e brand ambassador. Con lo sguardo attento ma il tono diretto di chi ha lavorato per anni dietro il bancone, oggi è il cuore pulsante delle partnership che tengono in piedi la macchina globale dei 50 Best. Con lui non parliamo solo di eventi, cocktail e trend: parliamo di come si costruisce un ecosistema di visibilità globale. Dalle competizioni di provincia ai vertici dell’hospitality internazionale, Pietro Rizzo non cerca vetrine — le costruisce.

Intervista a Pietro Rizzo

Visioni, tendenze, partnership e futuro del mondo bar raccontati con lucidità e passione

credits foto: Nicole Cavazzuti

Pietro, come sei arrivato a gestire le partnership globali per i 50 Best partendo da un piccolo paese del Piemonte? 
Sono nato a Casale Monferrato e vivo a Londra da 18 anni. A 18 anni ho iniziato a lavorare nei bar, mi sono appassionato alle competizioni, poi esperienze con Mancino Vermouth al Mandarin Oriental come Bar Director. L’incontro al BCB 2013 con Giancarlo Mancino, Peter Dorelli e Salvatore Calabrese ha cambiato tutto. Ho lavorato per anni con Mancino, poi sono tornato al Mandarin dopo il Covid e ho fatto un anno di consulenze internazionali. Quando ho visto l’annuncio per William Reed ho capito che cercavano qualcuno per i 50 Best Bars. Ho presentato la mia visione per i prossimi cinque anni e sono stato scelto.

In cosa consiste oggi il tuo ruolo?
Gestisco tutte le partnership legate al mondo bar: dai brand di spirit, agli hotel, alle venue che ospitano i nostri eventi. È un ruolo strategico, perché ogni partner ha esigenze diverse e la nostra credibilità dipende dalla coerenza con cui costruiamo queste relazioni.

Qual è l’obiettivo a lungo termine dei 50 Best Bars?
Diventare un riferimento culturale, riconosciuto anche dal grande pubblico. Siamo forti nel trade, ma ora vogliamo parlare al consumatore finale. Gli eventi che organizziamo portano benefici economici reali alle città che li ospitano. Questo impatto è parte della nostra identità.

Perché l’Asia è diventata così centrale per la vostra strategia?
Perché l’Asia è ricettiva, veloce, virale. A Singapore nel 2017-2018 mi chiedevano l’autografo sui menu. È un’energia incredibile. Le novità vengono adottate e rilanciate con entusiasmo, creando un ecosistema che accelera tutto. È una zona chiave per chi lavora nel nostro mondo.

Cosa sta cambiando nel mondo degli spirit?
Il consumo di alcol sta diminuendo, soprattutto tra i giovani. Ma c’è una crescita fortissima nel segmento analcolico: prodotti come gin, tequila e tè sparkling senza alcol stanno diventando standard. Non è una moda passeggera. Le persone vogliono vivere l’esperienza del bar senza dover bere alcolici. E le grandi aziende si stanno ristrutturando di conseguenza.

Quanto contano i social media nel vostro lavoro?
Contano tantissimo. Anche se non è il mio ambito diretto, so quanto un post possa cambiare la percezione globale di un evento o di un brand. È cambiato tutto: oggi chi comunica meglio spesso ottiene più visibilità di chi lavora meglio. È il lato fragile del sistema. Ma anche un’enorme opportunità se usata bene.

Come scegliete i brand partner? E perché tanti vengono rifiutati?
Riceviamo moltissime richieste, ma molte aziende non sono pronte. Non basta avere un buon prodotto: bisogna avere distribuzione, presenza in almeno 30-40 paesi. Inoltre lavoriamo in esclusiva: un solo partner per categoria. Questo serve a garantire visibilità e coerenza. Alcuni brand sono con noi da oltre 15 anni, e vanno tutelati. Ma siamo sempre aperti a chi porta valore reale.

Cosa puoi anticipare per il 2025?
La sede del prossimo evento mondiale è già stata scelta, ma l’annuncio ufficiale arriverà entro la fine dell’anno. Continueremo a esplorare nuove aree, anche se creare classifiche per ogni regione è complesso. Europa, Africa e Sud America soffrono per la mancanza di un evento dedicato, ma stiamo valutando nuove soluzioni.

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