Finisce oggi lo stato di emergenza, farà bene a ristorazione e turismo
Con la fine dello stato d'emergenza, a partire da oggi, e il graduale allentamento delle misure restrittive si prevede un ritorno dei flussi turistici che daranno ossigeno all'intera filiera dell'ospitalità italiana.
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Con lo stato d'emergenza proclamato ininterrottamente per oltre 2 anni, si sono verificati quasi 50 miliardi di mancati introiti solo per l’assenza forzata dei turisti stranieri, bloccati alle frontiere a causa dei vari lockdown o scoraggiati dalle necessarie misure restrittive adottate. È quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Bankitalia in occasione della fine dello stato di emergenza che prevede, tra le altre misure, il superamento del green pass rafforzato per i ristoranti al chiuso, dove si accederà con quello base, mentre è accesso libero a hotel e strutture ricettive, ristoranti all’aperto, musei, mostre e biblioteche, parchi divertimento e piscine all’aperto, per facilitare il ritorno dei vacanzieri dall’estero, già a partire dalla Pasqua e dai ponti di primavera.
Una decisione importante per un settore come quello turistico dove il cibo è diventato la voce principale del budget. Gli stranieri in vacanza in Italia frequentano ristoranti, pizzerie, trattorie, agriturismi e sono interessati alla tradizione dello street food, provando le specialità enogastronomiche locali.
L’Italia è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico, con ben 113 milioni di viaggiatori stranieri che tra il 2020 e il 2021 hanno dovuto rinunciare a venire nel Belpaese per effetto delle limitazioni agli spostamenti e per le preoccupazioni sulla diffusione del contagio. Si tratta un vuoto pesante che purtroppo non è stato compensato dalla positiva svolta vacanziera patriottica degli italiani.
L’assenza di stranieri in vacanza in Italia grava sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate, che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché i visitatori da paesi europei e gli americani hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa, sottolinea Coldiretti.
La mancanza di vacanzieri si trasferisce peraltro a valanga sull’insieme dell’economia per le mancate spese per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Ma l’allargamento delle maglie sul green pass ha un impatto positivo a cascata sull’intera filiera agroalimentare, dalle industrie alle aziende agricole, dopo che il crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi è costato in due anni ben 17 miliardi, principalmente tra cibi e vini invenduti, che trovano proprio nel consumo fuoricasa un fondamentale canale di sbocco.
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