Il commento di ATR su emendamento al Milleproproghe per affitti brevi
Rocco Salamone, presidente di ATR - Associazione Turismo e Ricettività, l'associazione degli albergatori milanesi di Confesercenti, commenta il ritiro dell'emendamento del PD al decreto Milleproproghe che avrebbe concesso ai Comuni di istituire un numero massimo di licenze per gli affitti brevi e che avrebbe obbligato alla partita iva chi gestisce più di tre camere.
Di seguito le sue dichiarazioni.
"L'idea di un tetto al numero di appartamenti disponibili in un Comune andava nella giusta direzione e individuava due problemi davanti ai quali non possiamo chiudere gli occhi. Da una parte la necessità nelle città turistiche di evitare un numero di strutture ricettive che va ben oltre la domanda sul territorio. Dall’altra quella di avere dei criteri di imprenditorialità finalmente ben definiti. Oggi, se prendiamo il caso di Milano, assistiamo al proliferare sulle piattaforme di annunci di scarsa qualità che impoveriscono il mercato. Questa corsa senza regole avviene ad opera di property manager improvvisati in competizione per aumentare il numero di appartamenti gestiti, spesso senza partita iva perchè gestire decine di appartamenti oggi non viene considerata un’attività economica organizzata. E non dobbiamo neanche dimenticare che una casa data in affitto breve è una casa in meno per gli studenti e i lavoratori che hanno eletto Milano a città in cui vogliono vivere. La direzione da prendere quindi è questa - conclude Rocco
[caption id="attachment_52327" align="alignright" width="451"] Rocco Salamone[/caption]
Salamone - e mi auguro che in futuro ci sia la possibilità di riprendere la discussione in maniera più ampia, dando a essa una dignità maggiore di un breve emendamento. Tramite Confesercenti noi siamo pronti a partecipare a un tavolo dove portare a fattor comune l’esperienza di Milano. Il problema infatti è complesso e il mercato immobiliare di Milano lo rappresenta al meglio con basse barriere all’ingresso ma con un gran numero di appartamenti concentrati tra pochi operatori. In un caso come questo una limitazione eccessiva delle licenze potrebbe creare degli oligopoli di fatto, vale a dire pochi property manager professionali che controllano gran parte dell'offerta e condizionano i prezzi del mercato: neanche questa sarebbe una situazione auspicabile".
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