Il fuoricasa cambia pelle: retail e ristorazione competono sul Ready-to-Eat

I consumi fuoricasa cambiano: rallentano i ristoranti e crescono il delivery e i pasti pronti. Il retail sfida i ristoranti con nuove strategie

10 Marzo 2025 - 14:06
Il fuoricasa cambia pelle: retail e ristorazione competono sul Ready-to-Eat

RISTORAZIONE - Il mondo dei consumi fuoricasa attraversa una fase di trasformazione sollecitato da abitudini sostenute e consolidate durante la pandemia, in particolare il ricorso al take away e al delivery, con gli effetti di un approccio alla spesa prudenziale determinato da un’inflazione ancora incombente e per il quale il consumatore tende sempre più a fare i conti prima di sedere al tavolo di un ristorante. 

Se infatti, come evidenziato dai dati raccolti da Circana, il valore della spesa nel settore del food service per paesi come Italia, Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna è tornato ai livelli pre Covid passando dai 309 miliardi di euro del 2019 ai 336 miliardi attuali (+ 9%), il livello di visite ad esercizi commerciali legati al food non ha ancora recuperato del tutto. 

Ad essere penalizzato è il mondo del servizio completo, quello dei ristoranti, che registra un calo del 2,7%, mentre resta stabile quello del servizio veloce dei fast food. Ad impattare sull’attuale scenario la crescita della spesa per ordini a domicilio (37 miliardi odierni a fronte dei 16 miliardi del 2019) sostenuta dal perdurare della diffusione del lavoro da casa o ibrido.

Grande crescita anche per i pasti dal consumo immediato che rappresenterebbero una quota importante degli 888 miliardi di euro di spesa in Food & Beverage da parte della popolazione europea: ben il 37% destinato a snack, insalate, bevande, cibi caldi come lasagne, pollo arrosto e paella, acquistati non solo presso bar e ristoranti ma anche, questa la novità, attraverso canali alternativi come supermercati, alimentari e stazioni di servizio.   

La linea di demarcazione tra ristorazione e retail si fa quindi sempre meno netta, con i consumatori alla ricerca di soluzioni che portino in dote valore, varietà, prossimità e accessibilità valutando anche alternative un tempo considerate opzioni secondarie come gli scaffali di pasti pronti di un supermercato. 

Si spiega così lo sviluppo dei canali non commerciali come il retail che hanno registrato una crescita dal 21% del 2021 al 23% del 2024 (dato rilevato al 30 giugno) estendendo la loro offerta di pasti freschi e pronti, in alcuni casi anche convenienti, sfidando di fatto la ristorazione veloce tradizionale.  

Sarebbe la Francia il paese con la percentuale più alta di spesa dei consumatori fuoricasa nel canale retail, pari al 6,8% con un incremento del 17,5%; a seguire il Regno Unito (6,6%) la Germania (5,8%) la Spagna (4,2%) e l’Italia (3,5%). A determinare la crescita soprattutto la tendenza dei pasti ready to eat concentrata per il pranzo (+9%).

In questa ridefinizione di ruoli e confini anche nel Belpaese se bar e ristoranti hanno iniziato a puntare sul consumo domestico inserendo nell’offerta opzioni come il take away e il delivery, tradizionalmente appannaggio del retail, quest’ultimo si muove per creare opportunità spingendo sui cibi pronti, come testimonia la presenza in alcune catene di aree dedicate al consumo immediato.

Il nuovo scenario richiede dunque un’attenta valutazione da parte degli attori del comparto per presidiare le proprie quote di mercato mettendo in campo soluzioni in grado di soddisfare le esigenze emergenti. 

Considerato che l’inflazione è tornata a farsi sentire nei suoi effetti nell’ambito della ristorazione allentando la morsa sulla spesa nella grande distribuzione quest’ultima resterebbe oggi avvantaggiata, mentre nel mondo Horeca bisognerà dare sempre più valore aggiunto e aumentare l’appetibilità esperienziale per stimolare i consumatori e mantenere alto l’interesse, anche a frequentare fisicamente i locali.

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