Il Soave Classico Superiore Rocca Sveva cambia nome e look
È un periodo di grandi cambiamenti per Cantina di Soave, l’ultima novità riguarda il Soave più prestigioso della maison: il Soave Classico Superiore DOCG 2016 a marchio Rocca Sveva che cambia nome (“Ciondola” e non più “Castelcerino”) e si presenta con una nuova veste grafica raffinata e minimale.
Cantina di Soave, tra le colline del territorio, seleziona un ristretto numero di vigneti per la produzione dei vini della tradizione veronese firmati Rocca Sveva che rappresentano l’eccellenza all’interno della produzione della storica casa vitivinicola.
Il nuovo nome è da intendersi come un omaggio alla terra d’origine di questo vino: “ciondola” indica infatti la particolare conformazione dei vigneti di collina, a giropoggio.
"Il nome – spiega il Direttore Generale di Cantina di Soave Bruno Trentini - è frutto di uno studio di marketing che ci ha portati a sostituire “Castelcerino”, un toponimo purtroppo abusato: si chiama così il Soave di varie cantine del territorio, ormai. Abbiamo preferito intraprendere questa strada nella direzione di un’identità che sia solo nostra e quindi dell’unicità. Il territorio d’origine è esattamente lo stesso e anche il vino è quello di sempre, ha solo cambiato nome e look, perché nel degustare un vino sono molti i sensi coinvolti e anche l’occhio vuole la sua parte".
Un cambio di immagine che meritava di essere celebrato, così lo stilista Lorenzo Mossa, ha disegnato un abito ispirato a questo vino. La creazione sfilerà in passerella durante la presentazione ufficiale della nuova collezione alta moda Spring-Summer 2019 dello stilista. "Ho voluto raccontare tutto - spiega lo stilista - il territorio, la vibrazione della terra scura di origine basaltica in cui la vite affonda le radici, l’aria che accarezza i tralci, la luce che attraversa il calice una volta che il vino è stato versato".
Il risultato è un abito visionario realizzato con 80 metri di tulle plissettati che ha richiesto 18 giorni di lavorazione. La sua forma complessa è resa possibile da una struttura interna in tulle rigido e ricorda la particolare conformazione dei vigneti di collina a giropoggio, chiamati ciondole, appellativo da cui, come si diceva, deriva il nome del vino.
I tre strati caratterizzati da diverse cromie rappresentano, a partire dalla base della gonna, il sottosuolo del vigneto, l’aria e infine il colore dorato intenso carico di riflessi che contraddistingue il vino. Oltre al tulle, per realizzare questo abito che fonde insieme architettura, arte e moda, sono stati impiegati altri tessuti di pregio come il mikado satin ed il raso di seta.
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