La Cantina di Cornaiano vince il Concorso nazionale del Pinot nero d’Italia
Il XVIII Concorso nazionale del Pinot nero d’Italia, riservato all’annata 2016, che ha decretato la vittoria della Cantina di Cornaiano, seguono a ruota, racchiuse entro meno di un punto di distacco le tre cantine che a pari merito occupano il secondo posto ovvero la Tenuta Kollerhof Mazon e Cantina di Terlano. Vicinissima in punteggio anche la terza piazza che è andata a Cantina San Michele Appiano.
Complessivamente, per la finale si sono qualificate 26 etichette, tutte provenienti dall'Alto Adige e dal Trentino. Sono infatti entrati in finale i Pinot Nero dei seguenti produttori (in ordine alfabetico):
Il Concorso, le cui degustazioni (sempre rigorosamente alla cieca e coordinate dal Centro di Sperimentazione Laimburg) si sono tenute quest’anno a fine febbraio, ha visto in gara 93 Pinot nero, da 11 ragioni italiane, valutati da una la commissione tecnica composta in prevalenza da enologi ed enotecnici, ed esperti e stampa del settore vitivinicolo.
Il Pinot nero Riserva Trattmann Mazzon della Cantina di Cornaiano (Girlan) che per la quarta volta, dopo il 2014, 15 e 16, si è rivelato il preferito, ribadisce con questa affermazione l’importanza del territorio di provenienza delle uve, ovvero l’unicità del “cru” altoatesino per il Pinot nero, collocato sull’Altopiano di Mazzon, sovrastante il comune di Egna sulla sinistra idrografica della Val d’Adige.
La sapienza e l’esperienza di un enologo di grande sensibilità come Gerhard Kofler permettono a questo vino di esprimersi con costanza ad alti livelli. Kofler ha sottolineato come l’annata 2016, insieme alla 2012, sia stata la migliore degli ultimi anni: il clima fresco di settembre, e la vendemmia di conseguenza ritardata, hanno favorito la presenza di una elegante freschezza anche
nel vino.
I commenti raccolti fra gli enologi/proprietari delle cantine piazzatesi a ridosso del vincitore sottolineano da un lato la fondamentale importanza del - terroir, vero “segreto” per creare un ottimo Pinot nero - come afferma Herbert Visintin, proprietario di Kollerhof Mazon. Certo poi è l’enologo a dover sapere il fatto suo per trasferire le potenzialità del terroir nel vino. Rudi Kofler, enologo di Cantina Terlano, racconta infatti come i vigneti da lui eletti si trovino a Montigl, piccola frazione sopra la località di Settequerce (da cui il nome del vino). Questi filari, e il suolo su cui insistono, danno vita ad un Pinot nero le cui note caratteristiche sono la sapidità e la vivacità del tannino.
Andreas Nicolussi Leck, Stroblhof, e Hans Terzer, San Michele Appiano, concordano sul valore dell’annata, la migliore degli ultimi anni, perché in grado di trasmettere al vino l’acidità appropriata, la freschezza e moltissimo frutto.
Certo un millesimo da lasciar maturare in cantina, e che varrà la pena aspettare.
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