La Jara festeggia i suoi primi vent'anni di viticoltura biologica da pioniera
Un ventennio di viticoltura biologica, da pionieri, superando la diffidenza di colleghi e consumatori in lunghi anni iniziali in cui di “bio” quasi nessuno voleva sentir parlare. Un periodo forse non ancora del tutto concluso ma che per “La Jara”, azienda agricola di terza generazione della famiglia Marion, di Mareno di Piave, oggi è un distintivo brillante come pochi altri.
Il traguardo dei primi 20 anni è l’occasione, il prossimo 8 giugno, per un evento al quale sono attesi i partner internazionali dell’etichetta, essendo dirette a 25 paesi esteri 980 mila bottiglie delle oltre un milione prodotte ogni anno, i vertici del Consorzio di tutela del Prosecco Doc e la cantante veneta Katia Ricciarelli, la quale ha scelto questo appuntamento per festeggiare i suoi 50 anni di carriera.
Oggi La Jara, sigla sul mercato dal 1999, cinque milioni di fatturato, opera su 60 ettari coltivati con metodi biologici certificati, 40 dei quali in località Santa Maria del Piave e gli altri in quella di Ramera, entrambe frazioni di Mareno.
Ed è proprio la collocazione della tenuta, a ridosso del greto del Piave, che rende del tutto irripetibili altrove certe caratteristiche del prodotto.
La “jara” è, infatti, il termine dialettale per “ghiaia”, in questo caso i sassi bianchi calcarei, nei millenni trascinati a valle dal Piave nel suo incessante lavoro di erosione delle rocce alpine. Sassi che accumulano il calore del sole di giorno e lo rilasciano con dolcezza di notte, permettendo alle piante di elaborare i particolarissimi profumi che contraddistinguono i vini ottenuti da uve Glera, Pinot Grigio e Chardonnay.
[caption id="attachment_32325" align="aligncenter" width="683"] Massimo Marion[/caption]
La svolta “bio” di La Jara si deve sostanzialmente alla tenacia di Massimo Marion, il quale dovette insistere non poco per convincere i familiari ad affrontare una sfida che implicava, data la totale assenza di trattamenti chimici, una minore produzione per ettaro di circa il 40%. Un braccio di ferro necessario - dettato dall’intuizione di come, sugli scenari internazionali, la connotazione biologica delle produzioni alimentari fosse già un grande valore aggiunto, in anticipo rispetto alla cultura italiana - ma alla fine vincente.
Nel 2004 La Jara ha battezzato la sua prima bottiglia di vino biologico e appena tre anni più tardi, nel 2007, la cantina ha ottenuto una medaglia d’oro del Beverage Testing Institute di Chicago per il suo Prosecco Doc Millesimato Dry, sigla di apertura di una serie di riconoscimenti internazionali e, finalmente, anche italiani, che non si è più fermata.
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