Le donne del vino del mondo si stringono in un’alleanza internazionale
In occasione della seconda Convention Mondiale delle Donne del Vino undici associazioni di altrettanti paesi si sono strette in un’alleanza, spinte dalla volontà di portare avanti progetti per la crescita professionale, affrontare il delicato nodo della diseguaglianza di genere e promuovere la cultura del vino in una dimensione internazionale.
In occasione della seconda Convention Mondiale delle Donne del Vino tenutasi a Milano, il 17 novembre scorso, nell’ambito di Simei, il Salone delle Macchine per l’enologia di Unione Italiana Vini (Uiv), 11 associazioni enoiche al femminile provenienti da altrettanti Paesi si sono riunite per confrontarsi e definire un’alleanza, spinte dalla volontà di migliorarsi professionalmente, affrontare il delicato nodo della diseguaglianza di genere e promuovere la cultura del vino in una dimensione internazionale.
Si tratta delle donne del vino di Argentina (Amuva), Australia (The Fabulous Ladies’ Wine Society), Austria (Frauen und ihre Weine), Cile, Croazia (Wow), Francia (Femmes de Vin), Georgia (Baia’s Wine) Germania (Vinissima), Italia (Le Donne del Vino), Nuova Zelanda (Women in Wine) e Perù (Las Damas del Pisco).
Il patto siglato è basato sulla condivisione e lo scambio, sulla consapevolezza che è dal confronto tra le diverse esperienze e culture, tra approcci e soluzioni messe in campo nei diversi paesi, che possono nascere opportunità di crescita. Viaggi, formazione, degustazioni, visite alla scoperta di cantine e territori, sharing e conoscenza dei mercati, saranno alla base dell’attività di networking che verrà organizzata attraverso la pianificazione di incontri ed eventi.
Capofila dell’alleanza l’Associazione italiana “Le Donne del Vino” che con le sue 1020 socie si conferma la più grande e attiva a livello mondiale, guidata dalla presidente Donatella Cinelli Colombini. Al centro del dibattito la necessità di un confronto costante, auspicato perché ci possano essere ricadute nei rispettivi paesi in cui le associazioni sono attive.
Per questo motivo in occasione della Convention ciascuna delegazione ha presentato la composizione del proprio gruppo, la filosofia che la ispira, le iniziative messe in campo per accrescere la conoscenza e la cultura del vino, l’impegno per la crescita delle donne in termini di professionalità e competenza, le iniziative di solidarietà, quelle di sviluppo di un approccio consapevole e moderato al consumo di vino e i programmi per il futuro, oltre a raccontare brevemente la situazione post Covid nel proprio Paese con specifico riferimento al comparto enologico.
In particolare per l’Italia si è parlato oltre che dei numeri e dell’impegno dell’associazione, del progetto D-VINO, il piano di formazione per gli studenti degli istituti turistici e alberghieri italiani la cui sperimentazione si è svolta nell’anno scolastico 2021/2022 in tre regioni pilota, Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia, una sperimentazione che si estenderà a tutte le regioni italiane per poi lasciarla crescere, sotto la diretta gestione del Ministero.
Un’iniziativa significativa quella portata avanti dalle Donne del Vino italiane, che è finalizzata a colmare un gap formativo e culturale importante dal momento che i futuri responsabili delle sale dei ristoranti così come i futuri manager di uffici turistici, agenzie di viaggio o alberghi hanno bisogno di accrescere le competenze di base sul vino e sui territori del vino, se si considera l’esplosione del fenomeno enoturismo nel nostro paese come nel resto del mondo.
L’obiettivo è quello di strutturare una formazione più aderente ai bisogni dei comparti produttivi in cui gli studenti si preparano a entrare, avvantaggiando tutti, in particolare i giovani cui vengono aperte maggiori prospettive lavorative.
Da progetti sulla parità di genere alla formazione, dall'innovazione al cambiamento climatico le donne del vino del mondo guardano al futuro con coraggio, determinazione, entusiasmo, e la formalizzazione della loro alleanza è solo un primo passo importante per permettere che dalla condivisione dei percorsi nascano nuove sfide e opportunità.
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