Mama Gin: una storia d’amore, botaniche italiane e pepe Sichuan
Nicole Cavazzuti ha intervistato Miriana Virgulti, creatrice con il marito Andrea Graziano di Mama Gin, sbarcato sul mercato a giugno 2025
ALCOLICI E SPIRITS - Miriana Virgulti mi ha scritto dopo aver letto alcuni miei articoli su HorecaNews.it dedicati ai bar di Ascoli Piceno e di Como. Voleva raccontarmi la storia del suo nuovo Mama Gin, creato con il marito Andrea Graziano.
Lei viene da Ascoli Piceno, ha lavorato nella moda ed è attentissima all'estetica. Lui invece è lucano, cuoco di mestiere, palato raffinato.
Si sono conosciuti e innamorati a Milano, sono emigrati per un breve periodo a San Benedetto del Tronto e poi si sono trasferiti a Como, dove hanno deciso di mettere radici e creare qualcosa di loro.
Mama Gin
Mama Gin è nato a giugno del 2025, dopo una bottiglia ricevuta per caso da un’amica: era gin fatto col metodo compound. Lui ha scritto la ricetta, lei ci ha messo storytelling, piano business e attenzione al packaging. Hanno cominciato a sperimentare con il formato da 5 cl, perfetto per fare prove di gusto e bilanciare le botaniche. E quando l’equilibrio è arrivato, lo hanno imbottigliato in poco più di 800 esemplari numerati.
Mama Gin ha una gradazione alcolica di 45° ed è realizzato esclusivamente con botaniche italiane.
Adesso cercano un distributore. Perché l’idea c’è, il prodotto anche, ma serve qualcuno che lo faccia arrivare lontano. Il resto, ve lo lascio raccontare da Miriana Virgulti.
L'intervista
Come nasce Mama Gin?
Abbiamo ricevuto in regalo una bottiglia realizzata con metodo compound. Era interessante, ma ci ha fatto venire voglia di provare a creare qualcosa di più nostro, con un’identità più definita e botaniche italiane. Così è partita l’idea.
Chi ha creato la ricetta?
Mio marito insieme al master distiller di Liquorificio Italia. È uno chef e ha sviluppato la formula botanica con grande attenzione. Io ho seguito tutta la parte creativa e progettuale, dal packaging al naming.
Come avete lavorato allo sviluppo?
Il formato da 5 cl è stato utilizzato per le prove di gusto. Ci ha permesso di testare con precisione, confrontare, e affinare l’equilibrio aromatico senza sprechi.
Cosa rende Mama Gin diverso?
Ha una personalità forte ma elegante. Le note di pepe Sichuan e Kubebe si sentono, ma non coprono il resto. C’è anche il basilico, la rosa canina, la scorza di limone, e tutto è bilanciato con precisione. È un gin che lascia un’impressione netta.
Qual è il suo punto di forza in miscelazione?
Il Basil Smash è perfetto per valorizzarlo, perché esalta la botanica del basilico. Ma funziona anche in cocktail meno convenzionali: ad esempio lo abbiamo usato con yuzu e camomilla, e ha dato un risultato sorprendente.
In che altri drink lo consiglieresti?
Sta bene nei sour, dove l’acidità incontra la speziatura. Anche nel Negroni si difende bene, soprattutto se abbinato con bitter come Fusetti.
Avete pensato anche all’aspetto commerciale?
Certo. Abbiamo prodotto un primo batch di poco più di 800 bottiglie numerate. Ora siamo alla ricerca di un distributore: è una priorità per noi. Il prodotto c’è, i feedback sono ottimi, ma da soli non possiamo raggiungere tutto il mercato.
Come state promuovendo Mama Gin?
Con campagne sui social, shooting fotografici curati da artisti locali, e contenuti mirati su Instagram, TikTok e Facebook. Stiamo lavorando anche su LinkedIn per dialogare con il mondo horeca e distributivo.
Qual è l’obiettivo nel breve termine?
Partecipare al Roma Bar Show 2026 con una presenza più strutturata. Vogliamo far conoscere Mama Gin al pubblico giusto, in modo solido.
E nel lungo termine?
Costruire un’identità forte, legata al territorio ma anche all’estetica e alla qualità. Un gin italiano riconoscibile, con uno stile preciso.
Mama Gin non è solo un distillato, ma un prodotto con un’identità netta: intenso, speziato, elegante. Un gin che non si adatta, ma si fa notare. Eppure, la strada non è semplice. La maggiore difficoltà oggi non è creare un buon gin, ma trovare qualcuno disposto a distribuirlo. I distributori preferiscono i marchi già affermati, quelli che il mercato “chiede da solo”. Ma per essere richiesti, bisogna prima essere distribuiti. È un paradosso che blocca molti progetti validi prima ancora che inizino a camminare.
Mama Gin si muove in questa strettoia con determinazione, cercando spazio tra i colossi. E forse proprio il suo carattere, così preciso e personale, sarà la chiave per aprirsi un varco. Con pazienza, con presenza, e con una storia da raccontare, bottiglia dopo bottiglia.
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