Per 1 donna su 2 la ripresa è precaria. Gruppo Donne Fipe: servono politiche mirate

Gruppo Donne Fipe: “persa occasione per colmare il gender gap. le istituzioni intervengano con politiche mirate”

22 Dic 2021 - 08:30
Per 1 donna su 2 la ripresa è precaria. Gruppo Donne Fipe: servono politiche mirate
[mp3j track="https://horecanews.it/wp-content/uploads/2021/12/Per-1-donna-su-2-la-ripresa-e-precaria.-Gruppo-Donne-Fipe-servono-politiche-mirate.mp3" Title="Ascolta la notizia in formato audio"] “I dati dell’ultimo Gender Policies Report elaborato dall'Inapp (Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche) sono la fotografia di una realtà molto triste con cui dobbiamo fare i conti. La parziale ripresa a cui abbiamo assistito in questo 2021 ha accentuato la grande disparità di genere che vede per 1 donna su 2 contratti di lavoro part-time. Un dato molto preoccupante, soprattutto se lo confrontiamo con quanto accade agli uomini, per cui la percentuale si dimezza, fermandosi a circa il 26%”. Commenta Valentina Picca Bianchi, Presidente del Gruppo Donne di Fipe-Confcommercio.Insomma, dopo più di un anno e mezzo di enormi difficoltà, in particolare per le donne che in molti casi hanno dovuto moltiplicare gli sforzi per gestire lavoro e famiglia, la situazione non è cambiata, anzi è peggiorata. Il precariato continua a farla da padrone! Dal nostro punto di vista si è persa una grande occasione per poter azzerare tutto e ripartire con un nuovo approccio, per mettere finalmente sullo stesso piano i talenti degli uomini e quelli delle donne. Solo nel nostro settore, fatto da piccole e micro imprese, le donne rappresentano il 52% della manodopera e portano un contributo fondamentale. Come possiamo pensare di non valorizzare una componente tanto importante? Da un lato servirà certamente una presa di consapevolezza da parte delle donne stesse. Dall’altro, è necessario creare le condizioni per farlo. Ed è qui che devono intervenire in maniera forte, e anche piuttosto rapidamente, le Istituzioni competenti con politiche mirate all’azzeramento del gender gap nel mondo del lavoro. Per esempio, perché non equiparare il congedo di paternità a quello di maternità? Perché una donna deve continuare a scegliere tra la cura della famiglia e la ricerca di una crescita professionale ed economica?” Conclude Valentina Picca Bianchi.
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